Per chi vuole trascorrere Halloween davanti allo schermo le FilmLovers vi consigliano un film ciascuna, cinque titoli molto diversissimi fra loro, per immergersi al meglio nell'atmosfera della notte più spaventosa dell'anno fra zombie, danze, streghe e vampiri.
Film coreano con una delle trame più classiche per una serata horror: l'apocalisse zombie! L'ambientazione è claustrofobica, i protagonisti si trovano su un treno in cui una giovane donna inizia ad avere strane convulsioni: ben presto molti vagoni sono invasi da queste creature. Le città sono sotto assedio, il convoglio prosegue il percorso cercando di raggiungere una fermata in cui i passeggeri possano scendere sani e salvi. Si crea presto il gruppetto di survivors, capitanato dal finanziere divorziato Seok-wo e la figlia trascurata Su-an. Con loro una coppia che aspetta il primo figlio, due liceali e due anziane sorelle. Il regista sottolinea l'egoismo di molti personaggi coinvolti, specchio della società coreana, tipicamente gerarchica, dove un senzatetto riesce ad essere più spaventoso di un non-morto. Gli zombie però non fanno distinzione di classe e si accaniscono su tutto e tutti. Un film davvero godibile, che offre ciò che promette.
Laura consiglia Il cigno nero (Darren Aronofsky, 2010)
Non sono fan degli horror puri, non ho visto It, non ho visto L’esorcista e sono uscita dal cinema dopo venti minuti di the ring, amo però molto i film sulla danza, anche perché l’ho praticata per anni. Motivo per cui vorrei consigliare Il cigno nero.
Il cigno nero è uno psico-thriller con molti elementi orrorifici. La protagonista Nina (Nathalie Portman) è una ballerina classica. Per la nuova stagione, la sua compagnia metterà in scena Il lago dei cigni e il coreografo, Thomas Leroy (Vincent Cassel) sceglie Nina per interpretare la protagonista del balletto. Per lei si prospetta un doppio ruolo, i cigno bianco, Odette e il cigno nero, Odile. Nina vuole essere perfetta ma sulla sua via incontrerà molti ostacoli tra cui Lily (Mila Kunis), una ballerina sua rivale, e la sua ricerca di perfezione la porterà oltre ogni limite.
In Il cigno nero, Aronowsky ci porta apparentemente nell’ovattato mondo del balletto ma, in realtà, ci conduce passo dopo passo verso l’abisso dell’anima della protagonista; un lavoro a contrasto tra la dolcezza iniziale della ragazza fino alla violenza finale, esplicitato dal contrasto tra il bianco e nero delle due mise da cigno.
Nathalie Portman in questo film è perfetta, nei panni della ballerina tanto disciplinata quanto problematica.
Francesca consiglia Hocus Pocus (Kenny Ortega, 1993)
Francesca consiglia Hocus Pocus (Kenny Ortega, 1993)
La mia scelta per questo Halloween 2017 è l’intramontabile Hocus Pocus della Disney.
Le tre sorelle, streghe Sanders
rapiscono i bambini per ringiovanire, nel 1693 rapiscono Emily Binx,
verranno catturate e condannate a morte, non prima di aver scagliato
un sortilegio e trasformato il fratello di Emily in un gatto nero,
condannandolo alla vita eterna. Le tre donne verranno risvegliate nel
1993 da un vergine la notte di Halloween.
Perché vederlo? Allora prima di tutto
la regia è di Kenny Ortega, per chi non lo sapesse oltre ad essere
regista è un coreografo e in Dirty Dancing c’è il suo zampino,
poi ha anche diretto High School Musical, detto questo detto tutto.
Quando questo
film uscii non era ancora del tutto in voga in Italia la festa di
Halloween, iniziava a muovere i suoi primissimi passi, chi guardava
questo capolavoro poteva sognare la magia che questa festa portava
con sé. In questo lungometraggio ci sono tutti gli ingredienti per
una serata perfetta: l’amore per i gatti, le lacrime, spiriti,
magia, zombie, streghe, amore, solidarietà fraterna e un tuffo
nostalgico in un’adolescenza ormai andata, quando i bulli ti
rubavano le scarpe e non ti prendevano in giro sui social, quando
prendevi una cotta per qualcuno e gli davi il tuo numero di casa e
non lo stalkeravi su whatsapp.
Una volta era meglio? Avrei molte altre
cose da dire, ma i caratteri stringono!
L.R. consiglia The Witch (Robert Eggers, 2015)
Il film d’esordio di Robert Eggers, The Witch, è un horror di ottima fattura che si distingue nel panorama cinematografico. La vicenda si svolge in epoca puritana, in un’America del diciassettesimo secolo. La famiglia di William (Ralph Ineson) è cacciata dalla comunità a cui appartiene, trovandosi costretta ad addentrarsi in un territorio sconosciuto per costruire una nuova fattoria. Questa viene edificata vicino ad un bosco, luogo selvaggio, tetro e isolato. Da subito le disgrazie si abbattono sul piccolo nucleo familiare, che tenta di sopravvivere contando solo sulle proprie forze. La sparizione del bambino appena nato, Samuel, e la presenza di una strega che si aggira nella foresta circostante, sono solo i primi fatti inquietanti e maligni che contrappuntano la vicenda. La tensione e la paura però non sorgono soltanto a fronte di un’entità occulta che aleggia tra il buio fitto degli alberi, ma scaturiscono anche all’interno della stessa famiglia che pian piano viene corrotta dall’oscurità, scivolando in un baratro in cui sembra non esserci via di ritorno. Un horror che gioca tra un male esterno di origine diabolica e un male interno che risiede nell’uomo, risultando un’opera inquietante su tutti i fronti. Decisivo è il supporto di una fotografia raffinata che gioca con una luce tetra e le ombre, per proiettare lo spettatore in un clima angosciante. Notevole l’interpretazione di Anya Taylor-Joy nei panni della protagonista Thomasin.
Stenia consiglia What we do in the shadows (Taika Waititi, Jemaine Clement, 2014)
L.R. consiglia The Witch (Robert Eggers, 2015)
Il film d’esordio di Robert Eggers, The Witch, è un horror di ottima fattura che si distingue nel panorama cinematografico. La vicenda si svolge in epoca puritana, in un’America del diciassettesimo secolo. La famiglia di William (Ralph Ineson) è cacciata dalla comunità a cui appartiene, trovandosi costretta ad addentrarsi in un territorio sconosciuto per costruire una nuova fattoria. Questa viene edificata vicino ad un bosco, luogo selvaggio, tetro e isolato. Da subito le disgrazie si abbattono sul piccolo nucleo familiare, che tenta di sopravvivere contando solo sulle proprie forze. La sparizione del bambino appena nato, Samuel, e la presenza di una strega che si aggira nella foresta circostante, sono solo i primi fatti inquietanti e maligni che contrappuntano la vicenda. La tensione e la paura però non sorgono soltanto a fronte di un’entità occulta che aleggia tra il buio fitto degli alberi, ma scaturiscono anche all’interno della stessa famiglia che pian piano viene corrotta dall’oscurità, scivolando in un baratro in cui sembra non esserci via di ritorno. Un horror che gioca tra un male esterno di origine diabolica e un male interno che risiede nell’uomo, risultando un’opera inquietante su tutti i fronti. Decisivo è il supporto di una fotografia raffinata che gioca con una luce tetra e le ombre, per proiettare lo spettatore in un clima angosciante. Notevole l’interpretazione di Anya Taylor-Joy nei panni della protagonista Thomasin.
Stenia consiglia What we do in the shadows (Taika Waititi, Jemaine Clement, 2014)
Il vampiro è una creatura malvagia e senza anima che vive di notte nutrendosi di sangue umano. Negli ultimi anni l’immaginario legato ai vampiri è po’ cambiato: sono belli, sdolcinati, vivono alla luce del sole, frequentano il liceo, ecc, ecc; in questo post voglio scrivere di qualcosa di autentico, di un film che può mostrare la vita dei vampiri contemporanei, le creature della notte di What We Do in the Shadows (Taika Waititi e Jemaine Clement, 2014).
La vita di un gruppo di vampiri secolari viene raccontata dai due registi-sceneggiatori neo zeolandesi, Taika Waititi e Jemaine Clement, attraverso la convivenza di quattro succhiatori di sangue: Petyr, Vladislav, Viago e Deacon. L’allegra brigata è stata scelta (probabilmente) perchè composta da un campionario proveniente dai più differenti periodi storici e dalle personalità più diverse (i due non hanno dichiarato come sono riusciti a mettersi in contatto con i quattro). Petyr è il più anziano e inquietante, tanto da intimidire Viago che ogni giorno gli porta una gallina da mangiare, Vladisvlav lussurioso e affascinate che, per caso, ricorda Gary Oldman in Dracula di Brian Stoker (Francis Ford Coppola, 1992) e Viago, amante del divano lindo senza macchie di sangue. I due documentaristi si sono approcciati direttamente come Daniel Malloy in Intervista col Vampiro (Neil Jordan, 1994) attraverso lunghe interviste e passeggiate notturne. Credo che svelare tutti i contenuti di questo mockumentary (falso documentario) sia poco corretto da parte mia, la volontà di chi scrivere è farvi conoscere un film non distribuito in sala in Italia e amato in tutto il mondo; Taika Waititi è il regista di Thor Ragnarok, uno bravo e insolente.