lunedì 27 febbraio 2017

MOONLIGHT. Quando i ragazzi neri sembrano blu.





ATTENZIONE: Questa recensione è stata scritta PRIMA degli Oscar. Al termine di essa troverete qualche impressione DOPO gli Oscar.



MOONLIGHT. Quando i ragazzi neri sembrano blu.


Moonlight vince il premio per il Miglior Film Drammatico ai Golden Globes, accanto allo scintillante La La Land, che trionfa come Miglior Commedia o Musical. E se la Los Angeles di Damien Chazelle è la città giusta per realizzare i propri sogni, nella Miami di Barry Jenkins non si parla affatto né di sogni né di futuro. La Miami di Moonlight non è il paradiso delle palme, dei viali percorsi in decapottabili, della folla in costume da bagno che sorseggia frullati e birre.

giovedì 23 febbraio 2017

Just Another Day of Sun in La La Land


Lo ammetto, quando sono andata a vedere La La Land ho iniziato a ballare sulla poltrona dal primo minuto, per me è stato il raggio di sole in un gennaio da dimenticare. 
Mia (Emma Stone) e Sebastian (Ryan Gosling), con i loro bagagli di sogni, si scontrano in una Hollywood a tratti atemporale e si innamorano. Amare qualcuno più di quanto si amano i propri sogni è il cuore del film. Mia vuole diventare un'attrice, Sebastian aprire un proprio locale dove il jazz regna sovrano e sembra quasi impossibile per loro avere l'amore e la carriera che desiderano.

martedì 21 febbraio 2017

Manchester by the Sea



Dal trailer, ho capito che si tratta della vicenda di uno zio e un nipote che devono venire a patti dopo la morte del padre del ragazzo.

C’è uno zio con  una storia d’amore finita male che non vuole tornare a vivere nella città dove ha vissuto molto tempo prima.

C’è un ragazzo che non se ne vuole andare da quella città perché ha tanto da perdere se va via, mentre lo zio ha l’impiego di un semplice manutentore e non ha nulla da perdere.

Mi sono sorpresa a scoprire pian piano quest’uomo silenzioso e, un po’ alla volta, escono gli indizi del passato che lo ha portato a Boston.

Mi sono lasciata trascinare dal racconto e attendevo il frammento di memoria successivo.

SPOILER Mi sono lasciata andare e le lacrime sono nate dal mio cuore.

venerdì 17 febbraio 2017

Split: chi sta nella luce?




Split, l’ultima opera di Shyamalan uscita da poco nelle sale italiane, è un thriller che tocca picchi tanto orrorifici quanto grotteschi, in grado di inchiodare il pubblico alla sedia e lasciarlo con il fiato sospeso tutto il tempo, in attesa di un finale inaspettato (firma consolidata del regista) che però non verrà svelato in questa recensione.
Kevin Wendell Crumb (James McAvoy), uomo affetto da disturbo dissociativo dell’identità, ospita dentro di sé ben ventitré personalità diverse che, alternandosi, entrano “nella luce” (prendono controllo del corpo). In attesa della venuta della ventiquattresima, “La Bestia”, Kevin rapisce tre giovani ragazze “impure” (che non hanno conosciuto la sofferenza) e le tiene prigioniere in un sotterraneo blindato, in attesa di offrirle alla creatura ferina che sta per venire alla luce.

martedì 14 febbraio 2017

Captain (Viggo) Fantastic




Non so dalle vostre parti, ma qui in Sicilia, Captain Fantastic, non ha avuto una grande diffusione.
Mi è capitato di vederlo per caso, nell’unico cinema di Catania che può essere definito “d’essai” (sì, film bulgari con sottotitoli in norvegese, una cosa del genere), che rispetta l’etica del cinema indipendente, con una programmazione che guarda all’internazionalità e aiuta a conoscere piccoli capolavori, spesso in lingua originale.
Comunque, Captain Fantastic (2016) è americano al massimo, ma non nel senso hollywoodiano che potremmo intendere.

lunedì 13 febbraio 2017

Sfumature di emozione: Your Name. di Makoto Shinkai




L'ultimo film di Makoto Shinkai Your Name. è stato distribuito in alcune sale cinematografiche italiane come evento speciale dal 23 al 25 Gennaio, doppiato in italiano.
Con il solito vizio di arrivare in anticipo per non perdermi quei preziosi minuti di pubblicità e di trailer sono la prima a sedermi in sala, il primo giorno di programmazione. Ripenso ai precedenti lavori di Makoto Shinkai, regista poco più che quarantenne con all'attivo sei lungometraggi d'animazione, Your name. compreso. Arriva qualche spettatore. Accanto a me siedono due ragazzi, sui quindici anni, e per semplici e innocenti ragioni di blogging tendo le orecchie e mi faccio i fatti loro: «ma veramente l'hai già visto?» «Si, su internet con i sottotitoli, due volte». Nella mia mente si accende la spia d'emergenza spoiler alert” e faccio di tutto per distrarmi nella manciata di minuti che mancano all'inizio del film. Pochi secondi prima del buio mi accorgo che la sala è piena, e non solo di giovanissimi.
Nel film c'è molto di più di quello che il trailer fa intuire.

giovedì 9 febbraio 2017

L'animo umano a Colori!




C'è la Disney e poi c'è la Pixar. La Disney aiuta i nostri bimbi a crescere, la Pixar sfama il bambino che è dentro ad ogni adulto: questo è il caso di Inside Out. L'emittente televisiva che lo trasmette ci avvisa fin da subito il film è per “bambini accompagnati”. Ed è così: dal mio punto di vista, il film non è adatto per i bambini di età inferiore ai 10 anni, potrebbe essere usato come strumento didattico, quando s'insegna o si introduce il bambino alle emozioni.
Protagonisti del film sono le nostre emozioni più profonde: Gioia, Tristezza, Disgusto, Rabbia, e Paura. Riley, la bambina protagonista, si ritrova a vivere un momento traumatico nella sua vita, ha solo 11 anni e la sua famiglia si trasferisce a San Francisco. Qualcosa si spezza e tutto deve essere ricostruito; tutti noi viviamo quel momento traumatico nella nostra vita che ci fa crescere, il fanciullo dentro di noi lascia il posto all'adulto.

mercoledì 1 febbraio 2017

...e se io (la droga) te la faccio diventare legale?



In attesa del sequel, che uscirà domani, 2 febbraio, vi propongo una piccola recensione di Smetto quando voglio, esplosiva opera prima di Sidney Sibilia del 2014.
La cosa migliore che puoi fare nei momenti di crisi è reinventarti: è questa l'idea che spinge Pietro (Edoardo Leo), neurobiologo appena licenziato dall'università, a fondare la banda dei ricercatori e entrare nel mondo della produzione e traffico delle smart drugs.
“L'unica cosa che so fare è studiare”, così il protagonista reimpiega le proprie competenze di chimica teorica per creare una droga sintetica NON ILLEGALE e, con l'aiuto dei suoi “colleghi”, la immette nel mercato.
La banda dei ricercatori è un gruppo di pusher assolutamente fuori dalle righe, ricercatori universitari di ogni campo, dai latinisti agli economisti, uniti dalla forza della disperazione contro il sistema universitario che li ha accantonati, e costretti a “fare altro” per sbarcare il lunario.