Non sono fan di Insomnia, non mi piace e per la prima volta scrivo di un film che non amo di uno dei registi che adoro.
La pellicola è il remake americano dell’omonimo film di Erik Skjoldbjærg del 1997, che per qualche anno ha rimbalzato tra vari registi fino a arrivare a Nolan.
Il remake sposta l’ambientazione dalle regioni scandinave all’Alaska; i due territori sono accumunati dalla vicinanza al Polo Nord che causa in nel periodo estivo il fenomeno del sole a mezzanotte, cioè il giorno composto da luce e buio non esiste, esistono solo 24 ore continue di luce solare.
Il sole di mezzanotte disturba e può causare insonnia nelle persone non abituate ad un fenomeno del genere; gli effetti della privazione di sonno legata al sole di mezzanotte mi ha attratto a vedere questo film, che fa parte dei primi girati da Nolan.
Insomnia parla delle indagini di un detective, Will Dormer (Al Pacino), inviato in Alaska per indagare sul misterioso omicidio di una ragazza.
La luce è sempre presente ed è uno dei personaggi del film, o meglio, è determinante sulla stabilità di Dormer, come la luce che governa le nostre giornate influenza negativamente le attività e le relazioni. La mancanza di sonno disturba e falsa la sua percezione della realtà tanto da perdere l’equilibrio e la sua capacità di gestire gli incubi e gli orrori quotidiani. Insomnia è un film su rapporti non equilibrati.
Sono pochissimi i passaggi lasciati da completare allo spettatore (cosa poco da Nolan).
Tutti i misteri sono svelati, non ci sono “sorprese” (cosa pochissimo da Nolan).
L’ambientazione del film in un territorio di boschi e ghiacci come quello dell’Alaska crea la necessità di lavorare con luce naturale e molto chiara (cosa molto da Nolan) mentre la fotografia di questo film è fatta di sangue, di colori e di luce troppo caldi, mi porta a pensare alla presenza episodica di questi elementi.
Concludo: “Questo film non c’entra nulla con Nolan e la sua estetica!”
Nessun commento:
Posta un commento