domenica 5 novembre 2017

La corazzata Potëmkin è una cagata pazzesca! (non proprio)

Ci sono film che chi si occupa di cinema deve vedere integralmente, uno di questi è La Corazzata Potëmkin di Sergej M. Eizenštejn. Io l’ho evitata a lungo, il giorno che la fece vedere il prof. in triennale, ero assente (se mi sta leggendo, mi perdoni); ad ogni modo, l’ho recuperata con mia grandissima gioia (si fa per dire).


Mi sono chiesta cosa avrei potuto dire di mio su questo film, ma non sono riuscita a misurarmi faccia a faccia con un opera su cui è stato probabilmente detto tutto (e forse anche di più); ho deciso così di fare qualche ricerchina da brava ex studentessa e individuare gli elementi più interessanti.

Sebbene non si tratti del film di svariate ore citato in Il secondo tragico Fantozzi (dura infatti 1 ora e 13 minuti), La corazzata Potëmkin non è un film godibilissimo; vi troviamo però degli elementi fortemente moderni per il cinema dell’epoca e in alcuni casi anche per i giorni nostri.

Ejzenštejn realizza La Corazzata Potëmkin nel 1925, per celebrare i vent’anni dalla rivolta.
Nel 1905 alcuni marinai della nave corazzata Potëmikn, ancorata al largo del porto di Odessa, si ribellano ai loro superiori a causa delle cattive condizioni di vita a cui sono forzati. Gli ufficiali ordinano di ucciderli ai loro stessi compagni, l’equipaggio di fronte a tanto si ammutina. Gli abitanti di Odessa, saputo dell’accaduto li appoggeranno e andranno in loro soccorso.
La pellicola di Ejzenštejn, di conseguenza, è fortemente di propaganda comunista anche se tratta di fatti antecedenti la rivoluzione d’ottobre.
Il film, ovviamente muto, è suddiviso in cinque atti:

1. Gli uomini e i vermi
2. Dramma sul ponte
3. Un uomo morto chiede giustizia
4. La scalinata di Odessa
5. L’incontro con la squadrone

In La corazzata Potëmkin l’elemento fondamentale è il montaggio dialettico o "delle attrazioni". Per Ejzenštejn, nel cinema 1+1 fa 3, nel senso che l’unione di due immagini tramite il montaggio tira fuori una terza immagine con un significato aggiunto. Lo spettatore deve essere colpito da cosa gli si sta mostrando, deve essere attivo. Il montaggio è il modo in cui il cinema deve interpretare la realtà. Ad esempio: durante La scalinata di Odessa, vediamo delle riprese di una statua di un leone, prima dormiente, poi la statua prende vita davanti ai nostri occhi attraverso il veloce montaggio della statua in pose differenti; il leone si è risvegliato, è il momento di ribellarsi!

Una curiosa questione di montaggio accadde con la versione svedese del film. Sebbene il regista avesse raccomandato di non eliminare nessuna sequenza del film, i distributori le montarono in modo “sbagliato”. Inserirono prima la parte della rivolta e poi quella della condanna a morte, il messaggio del film venne del tutto invertito.

L’influenza del montaggio di Ejzenštejn e in particolare di questo film è più forte di quanto si pensi.
In Gli Intoccabili di Brian de Palma, troviamo una scena in cui c’è una carrozzina che scende abbandonata da una scalinata, indovinate a cosa si ispira? Proprio ad una scena di questo film! Le citazioni sono infinite da Star Wars a Amore e guerra di Woody Allen e non dimentichiamo il remake con Filini nei panni della vecchia (che per la cronaca è identica!)



È naturale chiedersi, perché vedere ancora La corazzata Potëmkin? Forse perché vogliamo poter affermare che è una cagata pazzesca come il caro Fantozzi (che è un po’ in tutti noi)


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