Ci sono film che
chi si occupa di cinema deve vedere integralmente, uno di questi è La Corazzata
Potëmkin di Sergej M. Eizenštejn. Io l’ho evitata a lungo, il giorno che la
fece vedere il prof. in triennale, ero assente (se mi sta leggendo, mi perdoni);
ad ogni modo, l’ho recuperata con mia grandissima gioia (si fa per dire).
Mi sono chiesta
cosa avrei potuto dire di mio su questo film, ma non sono riuscita a misurarmi faccia
a faccia con un opera su cui è stato probabilmente detto tutto (e forse anche
di più); ho deciso così di fare qualche ricerchina da brava ex studentessa e
individuare gli elementi più interessanti.
Sebbene non si
tratti del film di svariate ore citato in Il secondo tragico Fantozzi (dura infatti 1 ora e 13 minuti), La
corazzata Potëmkin non è un film godibilissimo; vi troviamo però degli elementi
fortemente moderni per il cinema dell’epoca e in alcuni casi anche per i giorni
nostri.
Ejzenštejn
realizza La Corazzata Potëmkin nel 1925, per celebrare i vent’anni dalla
rivolta.
Nel 1905 alcuni
marinai della nave corazzata Potëmikn, ancorata al largo del porto di Odessa,
si ribellano ai loro superiori a causa delle cattive condizioni di vita a cui
sono forzati. Gli ufficiali ordinano di ucciderli ai loro stessi compagni,
l’equipaggio di fronte a tanto si ammutina. Gli abitanti di Odessa, saputo
dell’accaduto li appoggeranno e andranno in loro soccorso.
La pellicola di
Ejzenštejn, di conseguenza, è fortemente di propaganda comunista anche se tratta
di fatti antecedenti la rivoluzione d’ottobre.
Il film,
ovviamente muto, è suddiviso in cinque atti:
1. Gli uomini e i vermi
2. Dramma sul ponte
3. Un uomo morto chiede giustizia
4. La scalinata di Odessa
5. L’incontro con la squadrone
In La corazzata
Potëmkin l’elemento fondamentale è il montaggio dialettico o "delle attrazioni".
Per Ejzenštejn, nel cinema 1+1 fa 3, nel senso che l’unione di due immagini
tramite il montaggio tira fuori una terza immagine con un significato aggiunto.
Lo spettatore deve essere colpito da cosa gli si sta mostrando, deve essere
attivo. Il montaggio è il modo in cui il cinema deve interpretare la realtà. Ad
esempio: durante La scalinata di Odessa, vediamo delle riprese di una statua di
un leone, prima dormiente, poi la statua prende vita davanti ai nostri occhi attraverso
il veloce montaggio della statua in pose differenti; il leone si è risvegliato,
è il momento di ribellarsi!
Una curiosa
questione di montaggio accadde con la versione svedese del film. Sebbene il
regista avesse raccomandato di non eliminare nessuna sequenza del film, i distributori
le montarono in modo “sbagliato”. Inserirono prima la parte della rivolta e poi
quella della condanna a morte, il messaggio del film venne del tutto invertito.
L’influenza del
montaggio di Ejzenštejn e in particolare di questo film è più forte di quanto
si pensi.
In Gli
Intoccabili di Brian de Palma, troviamo una scena in cui c’è una carrozzina che
scende abbandonata da una scalinata, indovinate a cosa si ispira? Proprio ad
una scena di questo film! Le citazioni sono infinite da Star Wars a Amore e
guerra di Woody Allen e non dimentichiamo il remake con Filini nei panni della
vecchia (che per la cronaca è identica!)
È naturale chiedersi,
perché vedere ancora La corazzata Potëmkin? Forse perché vogliamo poter affermare
che è una cagata pazzesca come il caro Fantozzi (che è un po’ in tutti noi)
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