martedì 7 novembre 2017

Gifted: un piacevole ritorno!

Finalmente sono riuscita ad andare al cinema.
Spieghiamoci, non avevo smesso di vedere film in questi mesi, solo che purtroppo per una abbastanza finita e definita serie di motivi non sono potuta andare.
Il film mi è piaciuto moltissimo; probabilmente non farò una recensione lunga 1000 pagine, quando una cosa mi piace, mi lascia abbastanza a corto di caratteri. Vado meglio con quello che non mi piace (non ho apprezzato molto il doppiaggio, se proprio devo trovare qualcosa).
Premetto che il Marc Webb lo apprezzo molto, ho adorato il suo 500 giorni insieme e vi dirò di più mi sono piaciuti anche i due The Amazing Spider Man.
Il film racconta, con estrema semplicità la storia di Frank (Chris Evans) e Mary Adler (Mckenna Grace), zio e nipotina di 7 anni con un incredibile talento per la matematica, proprio come sua madre morta suicida. Lo zio e la sua vicina di casa Roberta (Octavia Spencer), cercano di accudire e proteggere la bambina, hanno paura che il “mondo” venga a conoscenza della dote di Mary e che la bambina possa dire definitivamente addio alla sua infanzia. Frank decide di dare a Mary quell’infanzia che fino a quel momento non ha saputo vivere e la iscrive in una scuola pubblica; per lo zio è molto importante che Mary possa imparare ad interagire ed empatizzare con i suoi coetanei. Già il primo giorno di scuola la tenerissima e incazzosissima Mary si fa notare dalla sua insegnante Bonnie Stevenson (Jenny Slate). Da qui inizierà una battaglia legale tra Frank e sua madre (Lindsay Duncan), quest’ultima pur non avendo mai visto la nipote, scoperto il dono della bambina vuole averne la piena custodia per far sì che possa andare a studiare nei college più prestigiosi. Commovente, delicato, tra le cose che mi sono piaciute di più oltre all’undicenne Mckenna Grace,
tenerissima a confronto con la fisicità di Chris Evans sembra molto più piccola della sua età e fragile, nonostante abbia un caratterino non indifferente.
Vorrei segnalare anche che l’aspetto legale non è stato il protagonista assoluto del film, cosa che molto spesso succede, quando il tema centrale è la custodia o c’è di mezzo un tribunale almeno il 75% del film si svolge all’interno di quest’ultimo.
Chris Evans non mi è dispiaciuto in questo ruolo, però McKenna lo offusca notevolmente, ha troppa personalità quella scriccioletta, neppure Captain America può tanto (speriamo che Stenia non legga questa recensione, manteniamo il segreto).
Per concludere vorrei far notare la bassa quantità di brani sonori nel film, Marc Webb è un regista di videoclip musicali e mi aspettavo una super scelta di brani, come aveva fatto in 500 giorni insieme (su Spotify ascolto spesso il Soundtrack), in questo film ci sono pochissime canzoni per lasciare spazio alle parole, sono queste e la storia a suscitare le emozioni e non la musica.

P.S. Voglio fare un monumento al gatto Fred, un micione rosso, che fa molto gatto di Colazione da Tiffany, un tenerissimo pelosone con un occhio solo.

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