martedì 25 luglio 2017

Guardare con gli occhi del cuore, Boris (che forse torna)

Pare che ci sarà un seguito di Boris. Appena ho letto la notizia ho urlato E DAI DAI DAI!!!
Chi ha visto Boris lo sa, crea più dipendenza di Game of Thrones, non puoi non amare i suoi personaggi e citare le loro battute
Per chi non conoscesse Renè Ferretti e la sua troupe, ecco un breve assaggio...
Il cast di Boris

Boris è una serie tv, ideata da Luca Manzi, andata in onda su Fox tra il 2007 e il 2010 Quando uscì, si trattò di un format nuovo, per durata (gli episodi durano circa 30 minuti) e soprattutto per la trama, il sottotitolo è infatti La fuoriserie italiana.
Boris infatti parodia il suo stesso genere; è ambientata sul set di un'ipotetica fiction, Gli occhi del cuore, e racconta di cosa accade durante le riprese.
Non vi è un vero e proprio protagonista, ma possiamo individuare una figura centrale in Alessandro (Alessandro Tiberi), stagista di regia – non a caso la serie inizia il suo primo giorno di lavoro.
In Boris ci troviamo di fronte ad una trama surreale che scivola spesso e volentieri in un voluto grottesco, per amplificarne l'assurdità delle situazioni.
L'elemento portante di questa serie tv è la sceneggiatura di Giacomo Ciarrapico, Luca Vendruscolo e Mattia Torre; le situazioni e i dialoghi partono da un universo diegetico quanto più reale (il set) per arrivare al surreale (cosa accade ogni giorno durante la lavorazione), questo procedimento parte dall'esasperazione degli stereotipi televisivi, a partire da quelli della fiction italiana.
Ciò che più resta impresso nello spettatore sono i dialoghi, talmente divertenti che non si può non citarli a memoria (memorabili quasi quanto gli straordinari di Libeccio).
Occhi del cuore, la brutta fiction su cui lavora la troupe, presenta molte delle pecche dei grandi sceneggiati televisivi, la trama a volte nonsense – possiamo vederne degli spezzoni che non creano una storia ben precisa, l'uso di battute retoriche, una brutta fotografia e non per ultima la recitazione “a cazzo di cane”.
I personaggi che popolano il set sono a modo loro stereotipati, dal regista, Renè Ferretti (Francesco Pannofino), agli attori Stanis (Pietro Sermonti) e Corinna (Carolina Crescentini), fino agli stessi sceneggiatori (Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo e Andrea Sartoretti). Sono tutti personaggi con atteggiamenti e battute ricorrenti tanto da diventare dei veri e propri tormentoni, tutti tranne Alessandro, quasi un pesce fuor d'acqua.
È proprio un pesce che dà il titolo alla serie; Boris (Becker) è un pesciolino rosso che il buon Renè porta sempre sul set per dargli ispirazione, può sembrare un dettaglio insignificante che diventa molto di più (un po' come succede nelle fiction).
Ciliegina sulla torta è la sigla, cantata da Elio e le storie tese, in cui il cast, in un palese playback canta ed ammicca alla telecamera come nelle peggiori soap-opera.


Boris è ormai una serie cult, tanto da essere paragonata a Twin Peaks (esistono pagine geniali come “Ferretti cammina con me”,) e i fan non vedono l'ora di urlare GENIO insieme al caro vecchio Renè.

venerdì 21 luglio 2017

Buon Compleanno Robin!


Il 21 luglio è il compleanno di Robin Williams e noi Filmlovers abbiamo deciso di dedicargli un post perché Robin è nella nostra memoria cinematografica e affettiva.
Lo staff di Filmlovers


da Sonia
Good Morning Vietnam
(Barry Levinson, 1987)

Pellicola del 1987, racconta uno spaccato di Guerra del Vietnam in modo insolito, grazie alla magistrale interpretazione del nostro Robin Williams, alle prese con un personaggio irriverente. Un aviere-dj, Adrian Cronauer, viene chiamato dall'esercito a Saigon per tenere alto il morale delle truppe attraverso la radio. Tutte le mattine esordisce con un sonoro “Gooood Morning Vietnaaam!” e con la sua parlantina spigliata elenca in modo ironico le notizie del giorno, accompagnate da imitazioni esilaranti, sketch con attrici famose e presidenti e proibita musica “moderna”, il rock. Le news vengono attentamente filtrate dal personale addetto dell'esercito, scartano tutto ciò che potrebbe rivelare la vera catastrofica portata del conflitto che si vuole descrivere come una guerriglia circoscritta e sotto controllo. L'entusiasmo e la comicità dello speaker vengono frenati nel momento in cui si rende conto del livello di censura a cui viene sottoposto: non gli è concesso nemmeno di testimoniare l'attacco terroristico a cui ha assistito. L'interpretazione di Williams non si limita al tipico fare clownesco ma arriva in profondità, percepiamo a poco a poco tutte le debolezze che si celano dietro a ciascuna battuta di spirito. Assolutamente da vedere.


da Francesca
L'Attimo fuggente
(Peter Weir, 1989)

L'attimo fuggente è un film del 1989, quando è uscito avevo circa 4 anni. Per forza di cose l'ho guardato molti anni più tardi. In casa mia Robin Williams era uno di famiglia, riusciva a mettere d'accordo tutti, nonostante abbiamo tutti gusti differenti in fatto di cinema. Però se in TV davano un suo film, tutti lo guardavamo. Questo no però, l'ho guardato da sola, forse per la prima volta 10 anni fa, mia mamma lo considera uno dei suoi film preferiti e dopo avermene parlato tanto ho deciso di guardarlo. Non vi racconto la storia, tanto tutti la conoscete. Un professore fuori dalle righe si ritrova in un collegio maschile, lì riuscirà a "risvegliare" i ragazzi. Inutile anche dirvi i lacrimoni spesi per questo film. È anche l'ultimo ricordo che ho di Robin. Stavo facendo le pulizie a casa della nonna e mentre ascoltavo la radio dicevano "o capitano!mio capitano!", ho digitato subito il suo nome sulla tastiera del cellulare e, purtroppo il mio sospetto era fondato. Un parente lontano se ne era andato.


da Laura P.
Hook – Capitan Uncino
(Steven Spielberg, 1991)

Hook –  Capitano Uncino è la rilettura “spielberghiana” della fiaba di Peter Pan. Ritroviamo tutti gli elementi dell'isola che non c'è ma sotto una veste adulta. Peter Pan (Robin Williams) è cresciuto ed è diventato Peter Banning, avvocato newyorkese con moglie e figli che... ha paura di volare! Tornato a Londra per festeggiare nonna Wendy (Maggie Smith) viene colto da qualcosa che ha del paranormale: Capitan Uncino (Dustin Hoffman) rapisce i suoi figli. Peter deve così tornare all'isola che non c'è per salvarli. Non sarà facile perché dovrà ritrovare il bambino perduto che è in lui.
È un film a cui sono molto legata perché lo vedevo sempre da bambina e mi ha sempre affascinata il modo in cui i giochi, sull'isola, diventano reali e importanti anche per l'adulto Peter. In questo film Robin Williams ha tirato fuori tutto il suo lato clownesco, deve giocare, battersi ed esultare non come un adulto ma come un bambino. Deve “fingere” di fare delle azioni reali come solo i bambini e i clown sanno fare. Questo ovviamente è il giudizio di Laura da grande. Laura da piccola probabilmente era davanti la TV in attesa del coccodrillo e invidiando già Julia Roberts che è bellissima anche in dimensioni mini da Trilli.
Consiglio di rivedere Hook – Capitan Uncino per ritrovare il bambino che è in tutti noi.


da Stenia
Good Will Hunting, genio ribelle
(Gus Van Sant, 1997)

Per festeggiare il compleanno di Robin Williams posso scrivere di uno dei miei film preferiti; un film in cui la sua interpretazione ha donato un qualcosa di molto autentico e ha reso questo film un piccolo gioiello. Robin Williams interpreta Sean McGuire terapeuta del giovane problematico genio Will Hunting (Matt Damon). Sean McGuire è il personaggio che "fa con Will il lavoro sporco", lo aiuta a lasciarsi il passato alle spalle, riesce a parlare con Will del suo senso di colpa e di fargli accettare di essere solo un ragazzo e adesso puoi crescere, diventare adulto.


da L. R.
Al di là dei sogni 
(Vincent Ward, 1998)

Al di là dei sogni è un film diretto da Vincent Ward nel 1998, interpretato da Robin Williams nei panni di Chris e da Annabella Sciorra nei panni di Annie.  La pellicola parla di amore e di morte, eros e thanatos che come da tradizione sono saldamente intrecciati. L’amore che Chris prova per la moglie, ancor più che nella vita, lo dimostra e lo fa valere nella morte. Nell’Aldilà il suo paradiso immaginario non è altro che il dipinto di sua moglie in cui è raffigurato il luogo del loro primo incontro, ma per amore di lei decide di andarsene da quel luogo idilliaco, sfidare le leggi del regno dei morti e scendere all’inferno pur di non abbandonare la sua amata Annie. Un film senz’altro emozionante sia per i temi trattati in modo non convenzionale, sia per la toccante interpretazione di R. Williams. Il lavoro di Ward è lodevole soprattutto per l’impatto visivo del paradiso personale di Chris, colorato e delicato nel suo impasto impressionista, in contrasto con il lugubre e decadente inferno.


Per un approfondimento:
http://www.imdb.com/name/nm0000245/?ref_=nv_sr_1