Lo ammetto, quando sono andata a vedere La La Land ho iniziato a ballare sulla poltrona dal primo minuto, per me è stato il raggio di sole in un gennaio da dimenticare.
Mia (Emma Stone) e Sebastian (Ryan Gosling), con i loro bagagli di sogni, si scontrano in una Hollywood a tratti atemporale e si innamorano. Amare qualcuno più di quanto si amano i propri sogni è il cuore del film. Mia vuole diventare un'attrice, Sebastian aprire un proprio locale dove il jazz regna sovrano e sembra quasi impossibile per loro avere l'amore e la carriera che desiderano.
La La Land è un omaggio del giovanissimo regista Damien Chazelle alla tradizione cinematografica del musical; ha scritto questo lavoro per il grande schermo – la didascalia di testa ci dice che è realizzato in Cinemascope. Negli ultimi anni abbiamo avuto diversi casi di trasposizione cinematografica di musical di più o meno successo, come Les Miserables (T. Hooper, 2011) che ha vinto molti premi grazie all'innovatività della ripresa sonora, o The last five Years (R. LaGravenese, 2014) che non è stato distribuito in Italia.
La La Land è un discorso a parte, la ricerca del regista è votata a farci rivivere l'atmosfera magica delle mayors cinematografiche americane. Ed è così che accade, entriamo di soppiatto negli studios insieme ai nostri protagonisti e assistiamo alla vita della Los Angeles immaginata da Chazelle. Ci troviamo infatti in una città dove tutto ha i colori vivi tipici dei film musical di un tempo, dove si può ballare a cantare per strada come Gene Kelly, Fred Astaire e Ginger Rogers.
Il regista gioca con le citazioni da vari capolavori, da Singing in The Rain (G. Kelly, S. Donen, 1952) a A Chorus Line (R. Attemborough, 1985), e crea uno stile tutto suo. La macchina da presa volteggia insieme agli attori – incredibile il piano-sequenza dell'opening number ambientato sulla superstrada – tanto da farti non solo ascoltare ma anche vedere la musica.
Le musiche, scritte da Justin Hurwitz, sono un buon esempio per una musica da musical, cantabili e ballabili, hanno un che di vintage ma non tendono al citazionismo musicale del periodo del cinema americano classico. Per quanto riguarda le liriche, la scelta del regista di collaborare con la coppia di parolieri Benj Pasek e Justin Paul, nota al pubblico del musical, conferma la scelta di rendere questo affettuoso omaggio al genere quanto più moderno possibile.
La La Land, fin dalla sua presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia, sta facendo incetta di premi, dalla Coppa Volpi ad Emma Stone alle 14 candidature agli Oscar... non posso che dire... Lunga vita al musical!
p.s. A Francavilla al Mare, amena località balneare della costa abruzzese, c'è un pontile identico a quello del film; ci sono andata ma di Ryan Gosling, purtroppo, neppure l'ombra, in compenso il panorama è davvero mozzafiato.
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