lunedì 11 settembre 2017

Focus on Christopher Nolan: Memento (2000)

Visto il grande successo dell'ultima fatica di Christopher Nolan Dunkirk, abbiamo deciso di dedicare al regista un focus raccontandovi passo passo la sua invidiabile filmografia. Partendo da Memento, poi Insomnia, passando per la trilogia del Cavaliere Oscuro, arrivando al labirintico Inception per approdare  infine ad Interstellar.


Eccoci al primo post, dedicato a Memento che definirei il film “mitico” di Nolan, un vero e proprio cult-movie, quello che tutti i grandi appassionati del regista devono aver visto ben più di una volta. Come tutti i film successivi di Nolan anche qui si riscontra la manipolazione del tempo attraverso il montaggio, seguendo le vicende di un uomo affetto da amnesia. Ad ogni risveglio non ricorda più nulla e deve ricostruire il passato e la sua identità. La confusione e lo smarrimento del protagonista Lenny, interpretato da Guy Pearce, coincide con le emozioni del pubblico, completamente in balia dei salti temporali. La scelta del bianco e nero o del colore aiutano l'orientamento temporale, ma lo spettatore si trova a dover cercare quegli indizi, inquadratura dopo inquadratura, che consentano di collocare la scena in un “prima” o un “dopo”. Proprio come il protagonista, che deve ricomporre la sua storia osservando ciò che il Lenny di ieri gli ha lasciato: foto, appunti, persino tatuaggi. Mostra così le immagini di un concetto astratto come quello della memoria, impresa che ripeterà con altre astrazioni quali per esempio il sogno e l'incubo (Inception e Insomnia).
I personaggi secondari hanno qui un ruolo fondamentale, forse maggiore dello spaesato Guy Pearce: ognuno deve rimanere in uno stato di indecifrabilità, restituendoci lo sguardo che il protagonista ha su di loro: di chi fidarsi davvero?
Nel cofanetto DVD del film è presente una versione con un montaggio che segue l'ordine cronologico degli eventi, dedicata non solo allo spettatore un po' distratto, per fugare gli eventuali dubbi, ma anche agli appassionati che possono comprendere al meglio i meccanismi utilizzati dal regista.
Sicuramente un film meno spettacolare dei successivi ma che pone le basi per una poetica del tempo frammentato, e che acquisisce ancora più senso alla luce del percorso nolaniano, assolutamente da vedere (belli svegli, concentrati e pronti ad una seconda visione).




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