martedì 3 ottobre 2017

A cena con Ferzan Ozpetek, Le fate ignoranti (2001)

Non c'è nulla di più familiare di una cena tra amici, passarsi il cibo, ridere chiacchierare, ricordare... Per me i film di Ferzan Ozpetek sono così: familiari.
È come se ogni volta il regista ci invitasse a casa sua per raccontarci qualcosa di intimo e personale, qualcosa da dire solo agli amici. Non a caso nei suoi film ci sono sempre scene di cene tra amici.
Ho scelto quattro film della sua filmografia che penso rappresentino altrettanti temi a lui cari.
Il primo è...

Le fate ignoranti (2001)




Ricordo ancora la prima volta che visto il manifesto di Le fate ignoranti, è un quadro, mi colpì molto per i suoi colori, così come fanno i suoi film.
Proprio da quel quadro inizia l'intreccio di Le fate ignoranti.
Antonia (Margherita Buy), medico specializzato nella cura dell'AIDS, perde il marito Massimo a causa di un incidente.
Mettendo in ordine tra gli averi di Massimo trova un quadro con una dedica di una probabile amante. La donna si mette alla ricerca di questa presunta amante, una certa signorina Mariani. Le sue ricerche la portano a casa dell'amante del marito, Michele (Stefano Accorsi).
Massimo era gay, e soprattutto aveva un'intera esistenza da cui lei “che mangiava dal suo stesso piatto” era esclusa. Casa di Michele è infatti il ritrovo di un gruppo di amici tutti appartenenti alla comunità LGBT e tutti con storie differenti.
Antonia si ritrova a scoprire, e con lei lo fa lo spettatore, molte delle dinamiche e delle questioni legate all'omosessualità. Lei, una donna molto razionale e fredda, entra a contatto con il calore di una famiglia non di sangue ma non per questo non unita; a casa di Michele regna un'intimità che, col senno di poi, lei non ha mai avuto con il marito.
Non per ultimo conoscerà Ernesto (Gabriel Garko), malato terminale di AIDS, che le racconterà la propria storia.
Tra Antonia e Michele nasce un rapporto ambiguo, forse per la diffidenza tra i due (Michele è sempre rimasto nell'ombra), forse per la riluttanza iniziale di lei ad accettare non tanto l'omosessualità del marito quanto il fatto che le nascondesse un segreto tanto grande.
Con il tempo i due stringono un'amicizia molto forte, quasi un'attrazione, che li porterà a riflettere su cosa vogliono dalla propria vita.
Le fate ignoranti arriva quattro anni dopo Hamam, Bagno Turco, film d'esordio del regista e che affronta anche il tema dell'omosessualità, ma qui vi è un'impronta diversa.
Ozpetek vuole raccontarci la quotidianità della comunità LGBT di cui lui stesso fa parte, vuole mostrare, ed era il 2001, come l'amore sia amore. Non importa se si ama qualcuno dello stesso sesso o opposto; nessuno si esime dai rapporti affettivi.
Nei titoli di coda vediamo il cast durante la manifestazione del Gay Pride a Roma.

All'inizio ho accennato al fatto che la locandina del film mi avesse molto colpita per i suoi colori. Amo i film di Ozpetek anche per questo, per il modo in cui usa la luce ed i colori; tutto è costruito per lanciarci il sentimento che domina il film o la scena in particolare. Ad esempio nelle scene dei pranzi tutto ha colori caldi e saturi, il rosso del sugo della pasta, la tovaglia colorata, i piatti ed i bicchieri tutti spaiati e diversi; si crea un caos ordinato che rende lo spettatore quasi uno dei commensali.

P.S. ho controllato, il quadro è stato dipinto da Ozpetek stesso ai tempi del liceo.

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