Interstellar è un viaggio nello Spazio siderale, i nostri eroi partono alla ricerca di un nuovo pianeta, su cui gli esseri umani possono trasferirsi a causa della “morte” della Terra.
Il gioco di Interstellar sta nel manipolare lo spazio-tempo, questo viaggiare tra le galassie e le diverse dimensioni temporali, questo continuo “ritorno al futuro”, porta gli astronauti a lasciare i propri affetti alla ricerca di un futuro migliore per tutta l’Umanità. Lo scorrere del tempo non ha lo stesso valore su i vari pianeti o sull’astronave, ci sono delle unità di misura che si dilatano o si ristringono come le costruzioni mentali di Inception.
Il protagonista di Interstellar è Joseph Cooper (Matthew McConaughey), un astronauta convertito all’agricoltura. Christopher Nolan è un autore a suo agio con i personaggi maschili ma non maschilista.
Al centro del cinema del regista inglese ci sono sempre dei personaggi maschili come Bruce Wayne/Batman o i due o tre maghi di The Prestige e per questo aspetto della sua estetica lo accomuno a autori come Micheal Mann e Martin Scorsese.
Nonostante ciò le sue eroine sono donne fantastiche: la giovane detective Ellie Blur di Insonmia interpretata da Hilary Swank, la bella ladra senza un futuro, Selina Kyle/Catwoman interpretata da Anne Hathaway e non per ultime Amelia (Anne Hathaway) e Murphy (Jessica Chastain), l’astronauta e la scienziata.
Alla fine i due sguardi che ci entrano nel cuore sono quello sereno di Murphy anziana e nel letto dell’ospedale circondata dalla famiglia e dal padre; e quello di Amelia sola su un nuovo pianeta anche lei serena.
Interstellar è un film con l’anima femminile e come sempre Christopher Nolan ci stupisce.
Ecco perché amo questo regista, perché è narratore e un inventore d’immagini.
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