venerdì 17 novembre 2017

Gomorra 3, stamm turnann!

Gomorra è ormai un fenomeno di culto; citazioni e parodie dilagano ovunque e non si può fare a meno di dire “Sta senza pensier” o “Ce ripigliammo tutto chillo ch’era o nuostro!”


Nel 2006 Roberto Saviano pubblicò il romanzo-inchiesta che divenne subito un fenomeno non solo letterario ma sociale; per la prima volta si parlava del fenomeno della camorra senza risparmiare nomi e cognomi. Al romanzo seguì il film di Matteo Garrone del 2008 ed infine nel 2014 andò in onda la prima stagione della serie.
Un progetto di serialità deve ampliare trama e sistema dei personaggi e nel corso delle due stagioni vediamo che al nucleo iniziale si è aggiunto molto altro.
Nella serie di Gomorra incontriamo il clan dei Savastano. Don Pietro (Fortunato Cerlino), sua moglie Imma (Maria Pia Calzone) e suo figlio Gennaro detto Genny (Salvatore Esposito) ne sono i capi. È in atto una guerra di mafia tra loro e Salvatore Conte (Marco Palvetti). Quando don Pietro per un banale controllo della polizia finisce in prigione, il clan rimane senza un capo, Genny è inesperto e donna Imma una donna, è il momento per Ciro Di Marzio detto l’Immortale (Marco D’Amore) per riscattarsi da soldato e diventare il capo. Ovviamente donna Imma non vuole cedere il potere e scatenerà tutto l’odio dell’Immortale.
Nella prima serie tutte le vicende ruotano attorno al clan Savastano e Ciro, nella seconda possiamo notare come l’universo diegetico si sia allargato a tutta una serie di comprimari, tanto da creare linee narrative parallele a quella principale di Ciro contro i Savastano. A Genny e Ciro si aggiungono Scianel (Cristina Donadio), Patrizia (Cristina dell'Anna), O Principe (Antonio Folletto), O Track (Carmine Monaco) e tanti altri.
In questo modo Gomorra si distacca dalla serialità “all’italiana” per avvicinarsi a quella statunitense.

Un elemento della serie di Gomorra che la distacca molto dal panorama italiano è quello di aver scelto ben quattro registi a cui affidare le varie puntate, Stefano Sollima, Francesca Comencini, Claudio Cupellini e Claudio Giovannesi che si aggiunge nella seconda serie. Quattro stili di regia molto differenti che si adattano ai diversi mood che possiamo ritrovare nel corso della serie. Se con Sollima troviamo un ritmo serrato per la narrazione, con Comencini si ha un approccio più “freddo” e lento. Alla pittoricità dei movimenti di macchina di Cupellini si alterna la crudezza della regia di Giovannesi.
L’autorialità che pervade la serie non ha sminuito la sua ricezione sul grande pubblico, anzi! Gomorra, proprio grazie alla serie, è diventato un fenomeno “pop”, le battute di Ciro, Genny e gli altri sono diventati dei tormentoni. Oggi su Sky Atlantic riprenderà la terza serie e i fan non riescono proprio a “sta senza Pensier”

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