Christopher
Nolan ha narrato la trilogia del Cavaliere Oscuro (2005-2012) e la
profondità della mente umana in Inception
(2010). Gli sono devota da The
Prestige (2006) e, per
me, da quel momento lui è diventato uno dei più grandi registi in
circolazione.
Dunkirk
o Dunkerque è un lembo di terra tra Francia e Inghilterra, che venne
assediato dalle truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale.
Lì 400.000 soldati tra inglesi, francesi e belgi, presi in trappola,
aspettavano di essere portati via in salvo, pur potendo vedere la
costa della patria. Tra maggio e giugno 1940, 400.000 combattenti
furono salvati grazie all’iniziativa dei civili che, con piccole
imbarcazioni, partirono dall’Inghilterra e andarono a riprendere i
loro ragazzi.
La
retorica dei film di guerra viene azzerata e inizia una nuova forma
di narrazione. Il realismo di Nolan si fonde con la storia sin nei
dettagli. Mi sono sentita schiacciata e avevo le lacrime agli occhi.
Ho sofferto e mi sono sentita impotente nel vedere morire quei
ragazzi e di fronte alle scelte per la sopravvivenza che dovevano
fare tutti, dal soldato semplice al generale; ero lì. I grigi e i
marroni della spiaggia, il nero e il fuoco della notte e l’azzurro
del cielo dominano, non c’è sangue.
Non
c’è il nemico, non si sente parlare tedesco, non ci sono i
cattivi.
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