mercoledì 30 agosto 2017

I "perchè" che sorgono spontanei guardando Death Note di Netflix



Manga e anime diventati leggendari, hanno guadagnato una schiera di fedeli e appassionati fan. Netflix ha la brillante idea di ispirarsi a questa storia e farne un film.
E la mente si riempie di domande a cui cerco di dare una vaga risposta.

Perchè la sceneggiatura sembra un groviera?
Una delle principali caratteristiche del manga è la forte coerenza degli avvenimenti. Tutto fila, ha un senso, nonostante parta dal presupposto che esista un quaderno su cui scrivere il nome di persone da far fuori. Il quaderno in questione ha delle regole ben precise che vanno seguite, e proprio su queste regole il protagonista Light (poi Kira) cerca di portare avanti la sua missione, uccidere i criminali, e allo stesso tempo salvarsi della polizia che sospetta di lui. Durante la visione del film molte cose non quadrano, si rimane straniti e le motivazioni delle azioni dei protagonisti non reggono. Il motivo non lo sapremo mai.
La madre di Light nel film - guarda tu che caso - è morta per mano di un criminale in libertà. Qui il motivo è chiaro: un'invenzione degli sceneggiatori per giustificare in qualche modo le azioni di Light/Kira, rendendolo ai nostri occhi più "buono".

Perchè c'è una storia romantica?
Non può mancare in un film chiaramente indirizzato ai teenager. Poco dopo l'inizio del film il protagonista Light e la compagna di liceo Mia (chiaro riferimento alla Misa del manga) si mettono insieme. Qui capiamo subito che il caro vecchio Kira non ha nulla a che fare con questo ragazzetto così incline ai rapporti umani. Nel manga il protagonista segue il suo disegno metodicamente, uccidendo i criminali con la convinzione di poter creare un Nuovo Mondo e diventarne il Re. Questo piano folle viene completamente depotenziato nel film, rendendo Light un semplice ragazzo a cui è venuta l'idea di uccidere qualche cattivo oltre al solito bulletto della scuola, un protagonista non molto carismatico per una storia di questo tipo. Misa nel manga è fissata con Kira, lo venera tanto da scambiare il suo rapporto con lui per amore e viene usata da Light per i suoi scopi. Qui Mia si innamora del potere del ragazzo, cercando di proteggerlo dalla sua poca risolutezza. Credo che tra tutti sia il personaggio quasi interessante del film.

Perchè L è nero?
Il detective geniale che deve smascherare l'assassino Kira viene dipinto nel manga come un ragazzo gracilino, pallido, con le occhiaie e che si ciba solo di dolci. La scelta di un attore di colore, in forma e votato all'azione (e di certo più credibile della descrizione più sopra) non mi dispiaceva guardando il trailer, a patto che l'essenza del personaggio fosse rimasta, cosa che purtroppo non accade (caramelle a parte).
Si sono dimenticati dell'unica cosa importante al di là del colore della pelle: l'intelligenza. Del personaggio non riusciamo ad apprezzarne l'intuito e le diatribe con l'acerrimo nemico Light (Kira) diventano battibecchi fra ragazzini perdendo completamente la tensione psicologica fra i due personaggi, le scene migliori del manga.

Perchè il film dura 100 minuti?
Un manga in 13 volumi, un anime di 37 puntate, mille idee geniali da poter sfruttare, e il film dura un'ora e quaranta minuti. In questo lasso di tempo riescono pure a inserire scene poco utili (vedi le battutine che non fanno ridere dello spaventoso Dio della morte Ryuk). L'unica ipotesi che mi sento di formulare è che serbino il resto per altri film. Spero di sbagliarmi.

Perchè è tutto blu?
La fotografia così esasperata in certe scene, spesso sui toni del blu/rosso e con luci al neon, accompagnata da musica anni 80 (???) è l'aspetto che si tenderebbe ad insultare meno ma che secondo me racchiude bene ciò che il film Death Note rappresenta per Netflix. Un'ambientazione poco realistica fa percepire la storia come completamente scollegata dalla realtà. Certamente un quaderno della morte non può esistere ma gli autori del manga lo introducono nel nostro mondo, e lo affidano ad un ragazzo che decide di utilizzarlo per i problemi reali uccidendo i criminali. Qui non ci sentiamo minimamente toccati da ciò che accade, sembra tutto sospeso in un'altra dimensione. E torna il concetto del depotenziare una storia forse ritenuta troppo forte per il target di riferimento.

E voi? Quali domande hanno affollato la vostra mente durante la visione? A qualcuno è piaciuto? Fatecelo sapere con un commento.

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