Foto di Stefano Guindani dal libro Sguardi d'attore - I volti di Rai Cinema |
Andrea
Arcangeli è l'attore protagonista di The_Startup,
ultimo film di Alessandro D'Alatri, ha 23 anni, un curriculum di
tutto rispetto (Fuoriclasse, Romeo e Giulietta, Tempo
instabile con probabili schiarite, Il paradiso delle signore)
e le idee molto concrete su come si lavora nel mondo del cinema.
Subito
dopo aver visto il suo film, gli ho chiesto di potergli fare qualche
domanda, e ho scoperto che Andrea ha una grandissima grinta e molto
da raccontare. Se volete saperne di più su un attore giovane e di
talento, godetevi la nostra intervista.
The_startup
è il tuo primo ruolo da
protagonista sul grande schermo, cosa si prova? E soprattutto, cosa
hai provato alla prima nel cinema della tua città dove, magari,
andavi da bambino?
Questo
ruolo l'ho desiderato fortemente, fin dal primissimo incontro col
regista, e dopo quel momento travolgente in cui mi hanno chiamato per
dirmi che ero stato preso ho cercato sempre di mettere in primo luogo
la professionalità che un' occasione del genere richiede. Vedermi
sullo schermo mi fa sempre uno strano effetto, gioia pura ma anche
terrore nel non essere mai all'altezza, e vedermi nella mia Pescara
affianco a tutte le persone che mi hanno sempre sostenuto fin dal mio
primo anno di vita è ovviamente una delle cose più gratificanti.
Cosa
ti è piaciuto del soggetto di The_startup?
La
storia si prestava perfettamente ad un soggetto cinematografico, ed
era finalmente una storia diversa dalle altre. La cosa che mi ha
intrigato in modo assoluto forse è stata la possibilità di
interpretare quasi più personaggi in uno, dato il cambio che il
personaggio affronta da metà film in poi.
Come
si costruisce un personaggio reale e con tanto carattere come Matteo
Achilli? Di solito l'attore si immedesima in un personaggio di
fantasia e può farlo suo; quanto c'è di Andrea Arcangeli nel Matteo
del film?
Appena
saputo del mio casting
nel film ho immediatamente agito come il buon metodo americano
vorrebbe: andare a sviscerare tutto lo “sviscerabile” sul vero
Matteo. Poi ho un po' frenato il tiro, e insieme al regista ho capito
che potevamo lavorare su dei personaggi nostri, funzionali alla
storia cinematografica che ci apprestavamo a raccontare, che per
quanto tratta da una vicenda reale sarebbe vissuta comunque su uno
schermo. E così lavorando sulla sceneggiatura il risultato è stato
un po' un mix di tante cose, momenti della mia vita, modi di fare del
vero Matteo, strade consigliate dal regista, e il tutto il più
possibile vivo nelle relazioni con i personaggi che gli altri attori
portavano in scena.
The_startup
parla di come i ragazzi
italiani sentano fortemente l'esigenza di meritocrazia in campo
lavorativo; tu che ne pensi?
Credo
che l'intero genere umano abbia bisogno di sentirsi appagato e
riconosciuto per gli sforzi che fa, altrimenti il rischio è quello
di disperare, nel senso letterale di perdere la speranza e di
conseguenza la spinta nel produrre cose utili a se stessi e al mondo.
Pensi
che The_startup
possa essere uno stimolo per i ragazzi che lo vanno a vedere?
Era
un mio pensiero, che ho visto tramutarsi in realtà quando ho potuto
sentire le reazioni di una marea di ragazzi che vedendo il film si
sono sentiti travolti da una voglia pazzesca di fare e di mettersi in
gioco, anche perché credo che il messaggio principale del film sia
proprio questo: le possibilità sono lì e sono pronte ad essere
afferrate se noi siamo disposti a giocarci tutto pur di farle nostre.
Hai
degli attori di riferimento?
Amo
gli attori che sanno stupirmi, quelli che fanno qualcosa di
inaspettato e che mi fanno chiedere "cosa li ha portati a dire
questa battuta in questo modo?", perché riescono a catturarmi
in modi che conoscono solo loro. Se devo dirti dei nomi ti direi
Joaquin Phoenix e Javier Bardem.
Cosa
pensi del cinema italiano degli ultimi anni? Credi che ci sia un
ricambio generazionale sia per i registi che per gli attori? (penso
al cast di The_startup,
a Matilda De Angelis o a Gabriele Mainetti e Sidney Sibilia)
Inevitabilmente
qualcosa sta succedendo, registi nuovi con idee forti escono fuori,
attori freschi si fanno largo con una grinta e una fame che molti dei
vecchi non hanno più, ma tutto ciò serve a poco se non gli si dà
fiducia, perché altrimenti si rimane impantanati per sempre. Spero
che le belle cose degli ultimi anni possano portare il nostro cinema
lontano.
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