Il 27 marzo sono stati consegnati i David di Donatello, il premio, arrivato alla sua 61° edizione, che l'Accademia del cinema italiano conferisce ai suoi esponenti più meritevoli.
L'anno scorso ha
trionfato Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele
Mainetti, con ben 8 statuette, film che ha segnato una svolta del
cinema italiano verso il film di genere, un'assoluta novità nel
nostro panorama cinematografico.
Quest'anno ad essere
premiato è stato senza dubbio il coraggio e la trasgressione, quella
del proporre un film ambientato nel mondo delle gare automobilistiche
come Veloce come il Vento di Matteo Rovere (6 statuette),
quella di girare un film, anche a basso budget, partendo da un'idea
davvero originale, quella di due gemelle siamesi che si ritrovano ad
essere viste come un fenomeno da circo alle feste di matrimonio in
Campania come Indivisibili di Edoardo de Angelis (5 statuette)
o il coraggio delle due protagoniste, pazienti fuggiasche di
un'ospedale psichiatrico, di La pazza gioia di Paolo Virzì (5
statuette).
Da alcuni anni Sky ha preso in carica la produzione e trasmissione dell'evento che, da premiazione formale e inter nos che era, è diventato un evento molto carino e soprattutto giovane, a partire dal presentatore, Alessandro Cattelan, ex veejay di Mtv – chi da bambino non ha mai visto TRL – che con molto garbo rende la cerimonia meno formale ma comunque incentrata sulle tante bellezze del cinema italiano di ieri e di oggi (dal ricordo di Gian Luigi Rondi, fondatore del premio, alla presentazione, nel corso della serata, dei cinque candidati come Miglior Film).
Da alcuni anni Sky ha preso in carica la produzione e trasmissione dell'evento che, da premiazione formale e inter nos che era, è diventato un evento molto carino e soprattutto giovane, a partire dal presentatore, Alessandro Cattelan, ex veejay di Mtv – chi da bambino non ha mai visto TRL – che con molto garbo rende la cerimonia meno formale ma comunque incentrata sulle tante bellezze del cinema italiano di ieri e di oggi (dal ricordo di Gian Luigi Rondi, fondatore del premio, alla presentazione, nel corso della serata, dei cinque candidati come Miglior Film).
Lo spettacolo inizia
con la presentazione di Io te e David, un corto molto
autoironico in cui si gioca sullo stereotipo del film che potrebbe
vincere un David. Mi ha divertito molto, è un modo per dirci che il
nostro cinema non vuole solo vincere premi ma farci emozionare con le
sue tante storie.
Nel corso della
serata ci sono stati molti momenti di entertainment, da un
trailer di Maccio Capatonda all'esibizione di Manuel Agnelli per il
ricordo dei tanti personaggi di cinema che ci hanno lasciato
nell'ultimo anno.
I
tre
film più premiati sono molto diversi tra loro ma ben rappresentano
la varietà della produzione cinematografica italiana.
Veloce
come il vento di Matteo Rovere
ha vinto sei David di Donatello. Quello come Miglior Attore
protagonista a Stefano Accorsi che ha dato un'altra grande prova
d'attore, Accorsi
si è calato nella parte di Loris alla perfezione, un personaggio
iconico quasi come Freccia, con cui ha molto a che fare. Gli
altri cinque premi sono meritatissimi per il cast tecnico, la
fotografia, il suono, il montaggio, gli effetti speciali ed il
trucco. Un film come questo,
che ha gran parte delle scene ambientate in circuiti automobilistici,
deve avere una fotografia un
suono ed un montaggio che lo faccia
entrare in empatia
con lo spettatore in ogni momento (siamo sinceri, i gran premi in tv
non hanno riprese avvincenti), e Rovere e i suoi collaboratori ci
sono riusciti; lo spettatore non è più seduto nella poltrona della
sala cinematografica, è dentro la macchina e insegue le curve
insieme alla protagonista Giulia (Matilda De Angelis). Per
il trucco, la trasformazione di Stefano Accorsi in Loris è
eccezionale, il bell'aspetto
dell'attore va a scomparire per far posto alle cicatrici che una vita
di tossicodipendenza comporta.
Cinque
David di Donatello vanno
ad Indivisibili di
Edoardo De Angelis. Migliore Attrice non Protagonista ad Antonia Truppo, attrice
di grande talento, già premiata lo scorso anno nella stessa
categoria per Lo chiamavano Jeeg Robot,
Miglior Sceneggiatura
Originale,
Miglior Produttore, Miglior
Colonna Sonora e Migliore Canzone Originale.
Anche qui i premi aggiudicati rispecchiano i punti più forti del
film. La sceneggiatura
di Edoardo De Angelis, Nicola Guaglianone e Barbara Petronio è
senza dubbio originale, tocca una tematica assolutamente nuova e mai
vista nel cinema italiano (si potrebbe andare a ricordare solo Freaks
di Browing
del 1932).
L'aspetto musicale è preponderante nella pellicola – le due
protagoniste si esibiscono nelle feste popolari – e la musica di
Enzo Avitabile, autore molto legato al panorama musicale partenopeo è
la scelta migliore per
rafforzare il clima culturale in cui si svolge l'azione. Scegliere di
produrre con un budget non molto alto un film che sulla carta si
mostra come un azzardo, ma che si è poi dimostrato di altissimo
valore artistico, è senza dubbio segno di quanto produttori italiani
si stiano evolvendo verso progetti sempre più originali.
La pazza gioia
si aggiudica cinque
premi, tra cui i due più ambiti, Miglior Regia e Miglior Film, vince
inoltre il
David di Donatello
per Miglior Scenografo, che va a Tonino Zera, e come Miglior
Acconciatore a Daniela Tartari. Il film di Paolo Virzì è in linea
con la poetica del regista, che riesce a inserire in un contesto
drammatico, in questo caso la condizione di chi vive nei centri
psichiatrici, elementi di commedia. La fuga di Beatrice (Valeria
Bruni Tedeschi) e Donatella (Micaela Ramazzotti) dal centro dove sono
ricoverate, diventa un road movie
tutto al femminile che diverte e riesce a farci commuovere.
Valerio
Mastandrea vince il premio come Miglior Attore non Protagonista per
Fiore di Claudio
Giovannesi.
Vince
il David di Donatello come Miglior Regista Esordiente Marco Danieli
per La ragazza del mondo,
ispirato alla vera storia di una ragazza, testimone di Geova, che
decide di fuggire dalla sua comunità religiosa.
Vince
il David Giovani In guerra per amore di
Pif; come per La
mafia uccide solo d'estate, il
regista narra con occhio poetico ed ironico una storia con risvolti
anche molto drammatico.
David
di Donatello per il documentario di Wolfango de Biasi, Crazy for
football, sul campionato mondiale di calcio per pazienti
psichiatrici.
Vince
il premio per il Miglior Corto A casa mia
di Mario Piredda, il Premio 3 Social Il più grande sogno
di Michele Vannucci.
Premio
alla carriera a Roberto Benigni, mi è piaciuta molto più la
coreografia che ha introdotto la premiazione che il discorso, il
regista ha ripreso molti dei suoi “cavalli di battaglia”,
parallelismi tra tradizione letteraria e tradizione cinematografica
italiana, cinema come specchio della vita, ringraziamenti alla
moglie; non penso fosse un discorso poco sentito ma un po' scontato.
Ho
notato che quest'edizione dei David di Donatello ha lasciato poco
spazio al cinema italiano più legato alla tradizione; Gianfranco
Cabiddu, Ugo Chiti e Salvatore De Mola, premiati per l'adattamento
della sceneggiatura di La stoffa dei sogni di
Gianfranco Cabiddu, i tre
sceneggiatori, non più giovanissimi, hanno avuto seri problemi con
il tempo a loro disposizione per i ringraziamenti (45 secondi). In
più Fai bei sogni di
Marco Bellocchio è passato in sordina e nonostante le molte
nomination non ha vinto nessun premio. Pur
amando e dovendo molto alla nostra tradizione cinematografia,
quest'anno l'Accademia sembra aver preferito premiare l'innovatività.
Ho volutamente
lasciato per ultimo il mio parere sul momento clou della serata, il
David di Donatello per la Miglior Attrice Protagonista. Io tifavo
spudoratamente per Matilda De Angelis, credo sia davvero unica nella
nuova generazione di attrici, però devo ammettere che il discorso di
ringraziamento di Valeria Bruni Tedeschi è stato tanto emozionante da oscurare il momento della premiazione per il Miglior Film. È
salita sul palco con non poche difficoltà, stava inciampando nello
strascico dell'abito da sera, e lì ha incantato tutti, la platea
aveva le lacrime agli occhi (anche Claudio Santamaria che ha tutta
l'aria del duro) forse per le risate, ma sicuramente per la genuinità
dell'emozione di questa donna. È stata follemente vera, ha fatto il
discorso inarticolato che si può fare solo in preda alla più “pazza
gioia”. Ha ringraziato dalla sua famiglia alle figure che più
l'hanno colpita nella sua vita (la migliore amica d'infanzia, Natalia
Ginzburg, la sua psicanalista, gli uomini che l'hanno amata e
abbandonata). Avrebbe potuto fare un discorso molto illuminante su
quanto sia importante per lei quel premio, ha invece scelto di
condividere la sua felicità nel modo più genuino possibile. Sarà
stato poco convenzionale ma è stato sicuramente vero.
grazie...non sono riuscito a vedere la serata delle premiazioni...ma il tuo post ha abbondantemente sopperito alle lungaggine della serata, che conoscendomi, avrei sofferto....mi piace il ritmo con cui hai descritto l evento...alla prossima
RispondiEliminaGrazie mille per il commento!! Sono molto contenta che ti sia piaciuto l'articolo.
RispondiEliminaEra la prima volta che scrivevo su una premiazione e il mio intento era proprio fare un resoconto breve e avvincente. Spero continuerai a seguirci, abbiamo in programma tante cose da raccontare. :)