giovedì 30 marzo 2017

David di Donatello 2017, lo specchio del cinema italiano contemporaneo


Il 27 marzo sono stati consegnati i David di Donatello, il premio, arrivato alla sua 61° edizione, che l'Accademia del cinema italiano conferisce ai suoi esponenti più meritevoli.
L'anno scorso ha trionfato Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, con ben 8 statuette, film che ha segnato una svolta del cinema italiano verso il film di genere, un'assoluta novità nel nostro panorama cinematografico.
Quest'anno ad essere premiato è stato senza dubbio il coraggio e la trasgressione, quella del proporre un film ambientato nel mondo delle gare automobilistiche come Veloce come il Vento di Matteo Rovere (6 statuette), quella di girare un film, anche a basso budget, partendo da un'idea davvero originale, quella di due gemelle siamesi che si ritrovano ad essere viste come un fenomeno da circo alle feste di matrimonio in Campania come Indivisibili di Edoardo de Angelis (5 statuette) o il coraggio delle due protagoniste, pazienti fuggiasche di un'ospedale psichiatrico, di La pazza gioia di Paolo Virzì (5 statuette).

Da alcuni anni Sky ha preso in carica la produzione e trasmissione dell'evento che, da premiazione formale e inter nos che era, è diventato un evento molto carino e soprattutto giovane, a partire dal presentatore, Alessandro Cattelan, ex veejay di Mtv – chi da bambino non ha mai visto TRL – che con molto garbo rende la cerimonia meno formale ma comunque incentrata sulle tante bellezze del cinema italiano di ieri e di oggi (dal ricordo di Gian Luigi Rondi, fondatore del premio, alla presentazione, nel corso della serata, dei cinque candidati come Miglior Film).
Lo spettacolo inizia con la presentazione di Io te e David, un corto molto autoironico in cui si gioca sullo stereotipo del film che potrebbe vincere un David. Mi ha divertito molto, è un modo per dirci che il nostro cinema non vuole solo vincere premi ma farci emozionare con le sue tante storie.
Nel corso della serata ci sono stati molti momenti di entertainment, da un trailer di Maccio Capatonda all'esibizione di Manuel Agnelli per il ricordo dei tanti personaggi di cinema che ci hanno lasciato nell'ultimo anno.
I tre film più premiati sono molto diversi tra loro ma ben rappresentano la varietà della produzione cinematografica italiana.
Veloce come il vento di Matteo Rovere ha vinto sei David di Donatello. Quello come Miglior Attore protagonista a Stefano Accorsi che ha dato un'altra grande prova d'attore, Accorsi si è calato nella parte di Loris alla perfezione, un personaggio iconico quasi come Freccia, con cui ha molto a che fare. Gli altri cinque premi sono meritatissimi per il cast tecnico, la fotografia, il suono, il montaggio, gli effetti speciali ed il trucco. Un film come questo, che ha gran parte delle scene ambientate in circuiti automobilistici, deve avere una fotografia un suono ed un montaggio che lo faccia entrare in empatia con lo spettatore in ogni momento (siamo sinceri, i gran premi in tv non hanno riprese avvincenti), e Rovere e i suoi collaboratori ci sono riusciti; lo spettatore non è più seduto nella poltrona della sala cinematografica, è dentro la macchina e insegue le curve insieme alla protagonista Giulia (Matilda De Angelis). Per il trucco, la trasformazione di Stefano Accorsi in Loris è eccezionale, il bell'aspetto dell'attore va a scomparire per far posto alle cicatrici che una vita di tossicodipendenza comporta.
Cinque David di Donatello vanno ad Indivisibili di Edoardo De Angelis. Migliore Attrice non Protagonista ad Antonia Truppo, attrice di grande talento, già premiata lo scorso anno nella stessa categoria per Lo chiamavano Jeeg Robot, Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Produttore, Miglior Colonna Sonora e Migliore Canzone Originale. Anche qui i premi aggiudicati rispecchiano i punti più forti del film. La sceneggiatura di Edoardo De Angelis, Nicola Guaglianone e Barbara Petronio è senza dubbio originale, tocca una tematica assolutamente nuova e mai vista nel cinema italiano (si potrebbe andare a ricordare solo Freaks di Browing del 1932). L'aspetto musicale è preponderante nella pellicola – le due protagoniste si esibiscono nelle feste popolari – e la musica di Enzo Avitabile, autore molto legato al panorama musicale partenopeo è la scelta migliore per rafforzare il clima culturale in cui si svolge l'azione. Scegliere di produrre con un budget non molto alto un film che sulla carta si mostra come un azzardo, ma che si è poi dimostrato di altissimo valore artistico, è senza dubbio segno di quanto produttori italiani si stiano evolvendo verso progetti sempre più originali.
La pazza gioia si aggiudica cinque premi, tra cui i due più ambiti, Miglior Regia e Miglior Film, vince inoltre il David di Donatello per Miglior Scenografo, che va a Tonino Zera, e come Miglior Acconciatore a Daniela Tartari. Il film di Paolo Virzì è in linea con la poetica del regista, che riesce a inserire in un contesto drammatico, in questo caso la condizione di chi vive nei centri psichiatrici, elementi di commedia. La fuga di Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi) e Donatella (Micaela Ramazzotti) dal centro dove sono ricoverate, diventa un road movie tutto al femminile che diverte e riesce a farci commuovere.

Valerio Mastandrea vince il premio come Miglior Attore non Protagonista per Fiore di Claudio Giovannesi.
Vince il David di Donatello come Miglior Regista Esordiente Marco Danieli per La ragazza del mondo, ispirato alla vera storia di una ragazza, testimone di Geova, che decide di fuggire dalla sua comunità religiosa.
Vince il David Giovani In guerra per amore di Pif; come per La mafia uccide solo d'estate, il regista narra con occhio poetico ed ironico una storia con risvolti anche molto drammatico.
David di Donatello per il documentario di Wolfango de Biasi, Crazy for football, sul campionato mondiale di calcio per pazienti psichiatrici.
Vince il premio per il Miglior Corto A casa mia di Mario Piredda, il Premio 3 Social Il più grande sogno di Michele Vannucci.
Premio alla carriera a Roberto Benigni, mi è piaciuta molto più la coreografia che ha introdotto la premiazione che il discorso, il regista ha ripreso molti dei suoi “cavalli di battaglia”, parallelismi tra tradizione letteraria e tradizione cinematografica italiana, cinema come specchio della vita, ringraziamenti alla moglie; non penso fosse un discorso poco sentito ma un po' scontato.

Ho notato che quest'edizione dei David di Donatello ha lasciato poco spazio al cinema italiano più legato alla tradizione; Gianfranco Cabiddu, Ugo Chiti e Salvatore De Mola, premiati per l'adattamento della sceneggiatura di La stoffa dei sogni di Gianfranco Cabiddu, i tre sceneggiatori, non più giovanissimi, hanno avuto seri problemi con il tempo a loro disposizione per i ringraziamenti (45 secondi). In più Fai bei sogni di Marco Bellocchio è passato in sordina e nonostante le molte nomination non ha vinto nessun premio. Pur amando e dovendo molto alla nostra tradizione cinematografia, quest'anno l'Accademia sembra aver preferito premiare l'innovatività.

Ho volutamente lasciato per ultimo il mio parere sul momento clou della serata, il David di Donatello per la Miglior Attrice Protagonista. Io tifavo spudoratamente per Matilda De Angelis, credo sia davvero unica nella nuova generazione di attrici, però devo ammettere che il discorso di ringraziamento di Valeria Bruni Tedeschi è stato tanto emozionante da oscurare il momento della premiazione per il Miglior Film. È salita sul palco con non poche difficoltà, stava inciampando nello strascico dell'abito da sera, e lì ha incantato tutti, la platea aveva le lacrime agli occhi (anche Claudio Santamaria che ha tutta l'aria del duro) forse per le risate, ma sicuramente per la genuinità dell'emozione di questa donna. È stata follemente vera, ha fatto il discorso inarticolato che si può fare solo in preda alla più “pazza gioia”. Ha ringraziato dalla sua famiglia alle figure che più l'hanno colpita nella sua vita (la migliore amica d'infanzia, Natalia Ginzburg, la sua psicanalista, gli uomini che l'hanno amata e abbandonata). Avrebbe potuto fare un discorso molto illuminante su quanto sia importante per lei quel premio, ha invece scelto di condividere la sua felicità nel modo più genuino possibile. Sarà stato poco convenzionale ma è stato sicuramente vero.

2 commenti:

  1. grazie...non sono riuscito a vedere la serata delle premiazioni...ma il tuo post ha abbondantemente sopperito alle lungaggine della serata, che conoscendomi, avrei sofferto....mi piace il ritmo con cui hai descritto l evento...alla prossima

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  2. Grazie mille per il commento!! Sono molto contenta che ti sia piaciuto l'articolo.
    Era la prima volta che scrivevo su una premiazione e il mio intento era proprio fare un resoconto breve e avvincente. Spero continuerai a seguirci, abbiamo in programma tante cose da raccontare. :)

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