A casa tutti bene è l’ultimo film
di Gabriele Muccino, in questo film vengono riunite alcune vecchie conoscenze
del suo cinema. La storia, sembrerebbe buona, lo svolgimento decisamente
peggio: Alba (Stefania Sandrelli) e Pietro (Ivano Marescotti) per il loro
cinquantesimo anniversario di matrimonio radunano tutti i parenti più stretti,
figli, fratelli e nipoti su un’isola. Tutti dovrebbero rimanere il tempo della
cerimonia e i festeggiamenti, ma arriva un forte temporale che blocca tutti i
traghetti, quindi l’allegra famigliola sarà costretta a convivere per almeno
due notti. Ci sono talmente tanti personaggi che per scrivere la recensione mi
sono dovuta fare un albero genealogico, ma la cosa è che a tutti si vuole dare
spazio, così si finisce per avere piccoli frammenti di storie e nessun quadro
completo della situazione.
I festeggiati hanno tre figli: Paolo (Stefano
Accorsi) il ribelle della famiglia, scrittore, artista, intellettuale,
viaggiatore; Sara (Sabrina Impacciatore) sposata con Diego (Giampaolo Morelli), hanno un figlio e
lui la tradisce (con Tea Falco, per tutto il film avevo il terrore di vederla
sbucare, pregavo perché non avesse un ruolo principale per non sentirla
recitare per molto tempo e grazie al cielo ha avuto una particina di pochissimi
minuti, recitati come al solito alla sua maniera, mi chiedo, ma sta ragazza
perché recita?); Carlo (Pierfrancesco Favino), divorziato dalla dolcissima
Elettra (Valeria Solarino) e risposato con la schizzata Ginevra (Carolina
Crescentini) e beato tra le donne ha due figlie, tutti e cinque (più il
migliore amico della figlia maggiore) sono presenti alla cerimonia. La seconda
moglie è ossessionata dalla prima e il drammone è servito come un pranzo di
Natale. Alla cerimonia è presente anche la sorella di Pietro, Maria (Sandra
Milo, ogni volta che parlava mi aspettavo che iniziasse ad urlare “Ciro”,
peccato che uno dei suoi figli non si chiamasse così nel film), meno ricca ed
economicamente meno fortunata del fratello, ha due figli: Riccardo (Gianmarco
Tognazzi) e Sandro (Massimo Ghini). Sono questi membri della famiglia a muovere
un po’ tutta la situazione e a mettere in risalto tutte le ipocrisie dell’altro
ramo della famiglia. Le coppie più riuscite, perché autentiche, che cercano di
prendere di petto le loro difficoltà e non le nascondono sotto il tappeto come
fossero polvere sono Riccardo e la moglie Luana (Giulia Michelini), i due
aspettano un figlio e sono in serie difficoltà economiche, vengono trattati
come pezze da piedi, tant’è che li mettono a dormire su un materasso, per
terra. Si può far dormire una donna incinta per terra e dare il letto a due
adolescenti? Non vi dico la rabbia. Riccardo vorrebbe tornare a lavorare al
ristorante dei cugini, ma loro non lo rivogliono assolutamente, Luana osserva i
tentativi del marito di elemosinare un impiego e strisciare ai piedi dei
parenti, alla fine sbotta gettando in faccia tutte le verità degli altri
componenti della famiglia. Una grande, avrei voluto tanto alzarmi in piedi ed
applaudirla. L’altra coppia è quella composta da Sandro e la moglie Beatrice
(Claudia Gerini), lui è malato di Alzheimer, spesso fa ridere, perché è
regredito ad uno stato infantile però nella risata a me ha messo tristezza, chi
conosce questa malattia sa che c’è poco da ridere e Beatrice lo sa, deve
prendere una decisone per lei e per il marito, urla in faccia al fratello di
Sandro quello che sta passando, insieme allo sclero di Luana, tra le scene più
riuscite del film. Forse le uniche.
Azzarderei a dire che è tra i
film meno riusciti di Gabriele, urla inutili, personaggi piatti, macchina da
presa frenetica che rincorre i personaggi che litigano rincorrendosi per tutta
la casa, per le salite dell’isola (bisogna far movimento se si vuole recitare
ansimando), si cerca il movimento anche quando non è importante. Manca una
riflessione, su cosa dobbiamo riflettere? Sull’ipocrisia borghese? Di nuovo? Se
voleva farlo, questa volta è uscito male, mancano gli ambienti borghesi, manca
una direzione precisa dei personaggi e della storia stessa. Peccato, è un film
che non è né carne, né pesce!
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