mercoledì 13 dicembre 2017

Assassinio sull'Oriente Express

(Murder on the Orient Express, Kenneth Branagh, 2017)



La vicenda è nota, perciò non c'è il pericolo di spoiler.


Adoro Kenneth Branagh e i suoi adattamenti da William Shakespeare; è anche il regista del primo Thor (ha consigliato a Tom Hiddleston di fare il provino per il film).

Branagh interpreta Hercule Poirot, il detective belga creato da Agatha Christie e protagonista di una serie di romanzi, la narrazione seriale è garanzia di sequel (Assassinio sul Nilo).

Il romanzo pubblicato nel 1934 parte da un vero fatto di cronaca accaduto in America, il rapimento e morte di Daisy Armstrong, la figlia del noto aviatore John Armstrong e la successiva tragica fine di tutta la famiglia.
La scrittrice inglese usa le grandi capacità d’analisi del detective, la sua impotenza/senso di colpa e il suo ateismo “Dio è sempre occupato!” per trovare l’assassino. Le certezze iniziali di Hercule sulla realtà, sul bene e sul male, sul giusto e sbagliato espresse all’inizio del film mutano sino a trasformarsi in dubbi e il film termina con una bugia a fin di bene, una manipolazione della realtà, e la ricerca di pace per i coinvolti; per me è impossibile non pensare a una lettura shakespeariana ossia una visione della realtà in cui non c’è bianco o nero, ma solo tantissimi grigi.
Branagh ha il dono del cinema e mette in mostra i suoi trucchi come neve e baffi finti per portare nella storia qualcosa di nuovo; la macchina da presa si muove molto attorno ai vagoni e dentro le carrozze, le carrozze ospitano i passeggeri e i passeggeri ospitano il loro incubi e le loro sofferenze.

Kenneth Branagh Fonte IMDb 

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