7 anos (2016) di Roger Gual
Il film si svolge interamente nella sede di un'azienda e in una sola serata: i quattro soci devono decidere chi si prederà la colpa per un somma di denaro non dichiarata e il tempo stringe: o qualcuno confessa la propria responsabilità o nei guai ci finiranno tutti. Ecco che intorno ad un tavolo e un avvocato come aiuto esterno ai fatti i protagonisti sviscerano le loro vite, enunciando i motivi per cui non dovrebbero finire in carcere (e quelli per cui dovrebbe finirci qualcun altro). Chi è veramente indispensabile per l'azienda? Di chi si può fare a meno? Quanto incide la famiglia di ciascuno? Che prezzo dare ad anni di vita che si perderanno per sempre dietro alle sbarre? Qual è il giusto metodo per decidere? Tutti interrogativi con più di una risposta. La recitazione è magistrale, fondamentale per film “teatrali” di questo tipo. I quattro protagonisti presentano varie sfacettature di carattere e si vede sullo schermo l'evoluzione del loro pensiero e le strategie che mettono in atto per salvarsi. Il mediatore è la figura chiave che spinge i quattro a superare gli impasse in cui inevitabilmente si trovano, attento a non instillare un pensiero soggettivo. Sembra di assistere a cinque equilibristi che fanno di tutto per rimanere aggrappati al filo, rompendo a malincuore anni di amicizia e lealtà.
I don't feel at home in this world anymore (2017) di Marcon Balir
Presentando al Sundance Film Festival 2017 e distribuito su Netflix racconta di Ruth, un'infermiera triste e asociale. Una donna lotta a modo suo contro le ingiustizie del mondo. Dopo un furto avvenuto nella sua casa si sente profondamente ferita e imbarazzata, in più non viene aiutata da chi di dovere. Decide così di cercare la refurtiva e i colpevoli, aiutata dallo strambo vicino (Elijah Wood). Da qui una sequela di situazioni porteranno la strana coppia a trovarsi di fronte a persone senza scrupoli, ben lontane dalla vita monotona dell'infermiera. Una comicità surreale, percorsa dal desiderio di giustizia della donna, cieca di fronte a situazioni chiaramente pericolose. Il compagno di avventure non aiuta certo a farla ragionare, al contrario cerca in tutti i modi di aiutarla e portare a termine la pazza missione. Una bella scoperta, vincitore del Gran Premio della giuria: U.S. Dramatic.
Altruisti si diventa (2016) di Rod Burnett
Un uomo segnato da una grave perdita e separato dalla moglie cerca di riprendersi diventando un caregiver. Come primissimo incarico diventa il badante dell'adolescente Trevor, affetto da distrofia muscolare, dal carattere pungente e dotato di uno strano senso dell'umorismo. Il ragazzo vive da recluso, non esce mai e segue una monotona routine, ai limiti dell'ossessività. Ben lo aiuta in ogni aspetto della vita di tutti i giorni, ed è deciso a spingerlo fuori dalla porta di casa. L'idea è accompagnarlo in uno dei viaggi che Trevon sogna guardando i documentari alla tv. Il film si trasforma in un road movie: tappa dopo tappa porta il giovane alla riscoperta della vita, del piacere del rapporto con l'altro e a scontrarsi con il proprio passato. Grandi temi affrontati con leggerezza e ironia.
Tallulah (2016) di Sian Heder
La giovane Tallulah (Lu) vive alla giornata, abita in un furgoncino e racimola quello che può assieme al fidanzato Nico. Il continuo vagabondare stanca il ragazzo che decide di andarsene e tornare alla vita “normale”. Nel tentativo di rubare un po' di cibo in un hotel si imbatte in una madre con problemi di alcool, tutt'altro che materna. Lu prova l'improvviso desiderio di salvare quella bambina, iniziando un percorso che la porterà a salvare anche se stessa, smettendo finalmente di fuggire. Con l'inganno, ma anche con importanti briciole di sincerità, si avvicina alla madre di Nico, in attesa di qualcuno che la salvi dalla solitudine della separazione. Un film sulla maternità, sulla responsabilità e su ciò che ci tiene ancorati al mondo.
Li avete visti? Che cosa ne pensate? Presto tanti altri consigli qui su FilmLovers!
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