“I piccoli cinghiali grugniranno quando sapranno quanto ha sofferto il
vecchio cinghiale”
Questo è stato il motivo
principale della conclusione della quarta serie di Vikings: tutti i piccoli
Lodbrok sbarcati in Inghilterra fanno fronte comune pur di vendicare la
sorte del leggendario padre.
Nella prima parte della quinta
serie, composta da dieci episodi messi in onda fino a fine Gennaio, i piccoli
cinghiali continuano a grugnire ma l’uno contro l’altro. Uscito dai
giochi di potere quasi subito Bjorn la Corazza, che preferisce le calde acque
mediterranee alle gelide del Mare del Nord, è Ivar a tiranneggiare i fratelli
rimasti. Ivar il Senz'Ossa guida i Norreni in battaglia alla conquista di York, è lui ad annientare l’esercito di Re Aethelwulf ed è sempre lui a decidere di vendicare questa volta la
madre muovendo guerra contro Laghertha. Dall’altra parte vi è Ubbe che non riuscendo ad arginare il carisma e la sagacia di Ivar, scappa come un
codardo al capezzale della regina di Kattegat. Nel mezzo ci sta Hvitserk che beh…nemmeno
lui sa bene con chi sta realmente!
In Vikings 5 fratellanza è
sinonimo di slealtà: Re Arald ha visto il fratello Halfdan seguire Bjorn nella
sua avventura esplorativa e lo ritroverà solo nel campo di battaglia, questa volta però nello schieramento opposto. Nemmeno nel Wessex i due principini vanno tanto d’amore
e d’accordo e alla fine di tutto farà addirittura la sua ricomparsa anche
Rollo, un altro a cui è sempre stato stretto il titolo di “fratello di”.
Sintetizzate le intricate vicende dei fratelli Lodbrok e
affini, la serie naviga in acque molto calme, non sembrano infatti esserci
terre all'orizzonte per circa tre quarti della serie. Io ho provato una
fastidiosa impazienza, attendendo un colpo di scena che tardava (troppo) ad
arrivare. Ma alla fine anche noi sperduti spettatori troviamo la Terra
Promessa, il Valhalla che proprio crede di aver trovato Floki nella storyline a
lui dedicata. Apro una piccola parentesi a riguardo; cari autori dove avete
nascosto tutta l’imprevedibilità e la genialità di quel meraviglioso scherzo
della natura che ERA il personaggio di Floki? Mi sento come uno di quei poveri
disgraziati che si sono fatti convincere a seguirlo in quella desolata (sceneggiatura?)
terra: profondamente delusa.
Ma infine la svolta arriva per tutti! “Moments of Vision” è
l’appassionante ultimo episodio, che spiazza, colpisce ed emoziona. La
battaglia entra nel vivo, i protagonisti sono tutti pronti ad affrontare i
propri personali demoni a colpi di ascia, ma in un'inusuale maniera intimista con una ripetizione di soggettive, molto diversa rispetto ai clamori delle grandi epiche battaglie del passato; scelta che ho trovato davvero coinvolgente. A questo punto sono obbligata a parlare del mio personaggio
preferito di questi episodi: Astrid, l’unica che si mostra capace di un amore
puro e coraggioso, ma soprattutto leale.
Lo slogan “Who will rise?” che ha lanciato questa stagione
non ha ancora trovato risposta certa. E non è l’unica domanda rimasta aperta:
era davvero necessario scomodare Jonathan Rhys Meyers per interpretare un
personaggio così privo di sfumature come il Vescovo Headmund? Speriamo che la
seconda parte della stagione giunga presto a darci tutte le risposte.
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