Miracolo dei miracoli sono riuscita ad andare a vedere Wonder, ma
soprattutto sono riuscita a fare due cose in 2 ore di film: non pensare ai 1000
commenti fantastici letti in questi giorni e non paragonare il film al libro, o
meglio ai 4 libri.
Per chi ancora non lo sapesse A Wonder story è una collana composta da 4
libri; il primo libro è dedicato ad Auggie, poi c’è il libro di Cristopher
(assente nel film), Julian e Charlotte. Speriamo che R. J. Palacio (l’autrice)
decida di scrivere altri libri usando anche i punti di vista di altri
personaggi.
Wonder ruota attorno al primo personaggio, August (Auggie) Pullman
(interpretato da Jacob Tremblay) un bambino con una grave deformazione
facciale, la scuola, la famiglia, gli amici, i nemici tutto quello che riguarda
un bambino di 10 anni, però amplificato dagli sguardi altrui ( “Se ti fissano,
lasciali fissare. Se sei nato per emergere non puoi passare inosservato”),
dalle paure degli altri.
A Wonder story è un piccolo mondo e lo è anche il film che, lo ammetto,
mi è piaciuto un sacco. Poi ragazzi: c’è Julia Roberts!
Ma andiamo con ordine, Auggie dopo aver studiato in casa con la mamma
Isabel (Julia Roberts), viene iscritto in prima media. Già le medie sono
traumatizzati, aggiungiamoci il fatto che il bambino ha subito 27 operazioni e
si vergogna di se stesso e il drammone è servito.
Auggie viene descritto come un ragazzino normale e straordinario allo
stesso tempo ed è per questo che in alcuni punti mi stava antipatico. Sì in
realtà simpatizzavo con Via (Izabela Vidovic), la sorella maggiore, messa in
po’ da parte dai genitori per supportare il bambino. Auggie fa i capricci, ma
se ci pensiamo quale bambino di 10 anni non fa capricci e non vorrebbe essere
al centro di tutto? Tutti, e i bambini che fanno così non sono mai tanto
simpatici, così pure Auggie non mi piaceva molto in quei momenti e sono
contenta di questo. Però, non puoi non affezionarti a questo piccolo
astronauta: è intelligente, tenero, dolce rispecchia esattamente l’insegnamento
che gli viene dato dalla sua famiglia, ha dei genitori meravigliosi, un
ambiente familiare sano, genuino, protettivo, ma non troppo, il fatto che
cerchino di mandarlo a scuola con gli altri “diabolici” ragazzini la dice
lunga. La vita ha già portato via troppe cose ad Auggie, loro non possono
impedirgli il resto.
Tutto il film ruota attorno alla famiglia di Auggie (nel libro ci sono
molti più punti di vista) e agli affetti a loro più cari. Noi ci sentiamo parte
di quella famiglia (come non si può non farne parte?).
All’opposto abbiamo la famiglia del bullo fighetto Julian, come può il
povero Julian essere una brava persona se gli è capitata una famiglia straricca
e superficiale? L’immagine ed essere al centro dell’attenzione per la sua
famiglia è tutto. Dai libri invece emerge un Julian pieno di paure, insicuro,
verrà salvato dalla nonna, tutte le nonne nei libri sono dei salvagenti. Dal
film tutto questo non esce, siccome Julian è un bullo ma pieno di turbe, ci
tenevo a dirvelo. Però anche lui nel film si redime, ecco, questo in maniera
abbastanza sbrigativa.
Veniamo alla relazione tra Auggie e sua madre; già accennavo di come
tutta la famiglia cerchi di rendere la sua vita normale, di proteggerlo, ma non
troppo. Tra lui e la madre vi è un rapporto simbiotico, quando Auggie diventa
indipendente e vive l’esperienza scolastica in maniera serena, la madre inizia
a prendersi cura di se stessa, termina gli studi, si fa via via più giovanile
(notavamo, io e le mie compagne di cinema, che all’inizio del film Julia sembra
sua nonna, di Julia, s’intende), riesce a passare una serata romantica con il
marito (Owen Wilson).
Che dire, guardatelo, fatelo guardare, mostrate questo film a scuola,
non perché i vostri figli imparino ad essere gentili (dovreste averglielo già
insegnato ai vostri figli), ma perché sappiano quanto importante è essere
diversi, essere orgogliosi di questa diversità ed originalità.
Voglio salutarvi citando il primo precetto che viene letto in classe da
Summer (Millie Davids, il mio personaggio preferito in assoluto) “Quando ti
viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile,
scegli di essere gentile” e, voi, cosa scegliereste?
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