venerdì 12 gennaio 2018

Il mio Godard, la decostruzione di un genio

Dopo The Artist (2011), che celebra l'epoca del cinema muto, Michel Azanavicius omaggia la nouvelle vague e uno dei suoi fondatori, Jean-Luc Godard.



Il mio Godard (titolo originale, Le Redoutable), parla di un preciso e breve periodo della vita pubblica e privata da Jean-Luc Godard: dal 1967 e il 1969. In quegl'anni il regista fu sposato con l'attrice Anne Wiazemsky la quale ha collaborato al soggetto del film.

La trama della pellicola si articola su due piani. Abbiamo da un lato la vita privata, ovvero il matrimonio con Anne, una delle sue muse (vediamo ad inizio film le riprese di La cinese). Dall'altro lato c'è la  vita pubblica; Godard, da vero rivoluzionario è tra i primi ad unirsi alle rivolte studentesche del '68, in quel clima di fermento il regista inizia a pensare di rivoluzionare il suo metodo di regia. 

L'omaggio che Azanavicius fa ad uno dei padri del cinema contemporaneo è pop e sopratutto ironico.
L'intento del regista non è di celebrare Godard, ma di fornirci un ritratto buffo, di de-costruire il genio dietro i grandi film. 
L'aspetto formale del film è molto pop, scenografie dai colori saturi, una fotografia che esalta i contrasti dei toni pastello di cui il film è impregnato e che ricorda quella di Il disprezzo (1963). 
Nella pellicola ritroviamo piccole grandi citazioni dal cinema di Godard; dalle carrellate sulle strade di Parigi al montaggio discontinuo presenti in Fino all'ultimo respiro fino alla ripresa della celebre scena di Nana che piange al cinema guardando La Passione di Giovanna d'Arco di Dreyer in Questa è la mia vita

Nei panni di Jean-Luc Godard troviamo Luis Garrell, che torna tra le rivolte del 1968 dopo The Dreamers (Bernardo Bertolucci, 2003). Al suo fianco Stacy Martin che interpreta Anne Wiazemsky.
E' interessante notare come nel film non siano presenti gli altri registi della nouvelle vague, ma ci sono due bei ritratti di grandi registi italiani, Bernardo Bertolucci e Marco Ferreri, rispettivamente interpretati da Guido Caprino e  Emmanuele Aita.

Un film molto divertente e affascinante anche per i non cinefili (non fatelo sapere a Godard, potrebbe arrabbiarsi).




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