lunedì 24 aprile 2017

Far East Film Festival. Giorno 3.

E siamo al giorno 3, per voi film da Giappone, Cina e Corea del sud.

Close-Knit di Agigami Naoko, Giappone
Close-Knit











In foto la regista di Rent a cat, che torna con questa dolce commedia affrontando un tema spesso taciuto in patria: i trasgender e la discriminazione a cui sono soggetti.

Agigami Naoko, regista di Close-Knit
L'immagine del trans Rinko viene visto attraverso gli occhi della ragazzina Tomo; la madre ha l'abitudine di sparire per giorni, si rifugia così dallo zio che vive con la sua ragazza Rinko. La confusione provata da Tomo nel vedere quella donna(?) si trasforma a poco a poco in curiosità e proprio con lei prova l'affetto della figura materna che tanto le manca. Prova sulla sua pelle le difficoltà della zia, continuamente additata come "scherzo della natura" e a modo suo la difende. Questo legame porta la ragazza a capire l'amico Kai, emarginato dalla classe per le tendenze omosessuali. Un film diretto, divertente, in cui una cascata di peni di lana è tutt'altro che volgare. Contribuirà anche solo un pochino a includere una parte di umanità nel Giappone di oggi.



Vanishing Time: A Boy Who Returned di Um Tae-hwa, Corea del Sud.
I protagonisti di Vanishing Time













Quella che potrebbe sembrare una semplice storia fantasy con giovani protagonisti nasconde le influnenze del tragico naufragio del Sewol di tre anni fa, in cui morirono 300 persone, la maggior parte ragazzi.
I protagonisti Soo-rin e Sung-min, che provano la loro prima cotta adolescenziale, diventano subito complici, condividendo storie e fantasie fra di loro tramite un alfabeto segreto. Con altri due compagni si avventurano su di una collina dove trovano una misteriosa grotta: all'interno un uovo scintillante attira la loro attenzione. I ragazzi appartati decidono di romperlo e al ritorno della ragazza i tre sono svaniti. Che cosa raccontare ai "grandi"? A ritornare non è un ragazzo bensì un uomo, che dice di chiamarsi Sung-min, vissuto per anni in un tempo sospeso.
Gli effetti speciali curatissimi e la bravura degli attori fanno dimenticare i dettagli tralasciati volutamente dalla sceneggiatura, travolgendo lo spettatore con le sensazioni del protagonista.



Mr. Zhu's summer di Song Haolin, Cina
L'insegnante e la classe di Mr. Zhu's summer









Un insegnante prova a mettere in pratica nuovi metodi di insegnamento, ma gli altri docenti storgono il naso. Le sue attenzioni sono rivolte a due bambini indisciplinati soprannominati Cavalletta e King Kong, pronti a farne di tutti i colori, e ai rispettivi genitori che si dimostrano ben peggio. Il loro comportamento e l'atteggiamento dei colleghi mettono a dura prova l'autostima di Mr. Zhu. Una foto postato su un blog con ritratto un gesto di gentilezza verso un anziano da parte dei due monelli determina la svolta tanto attesa: giornali e tv se ne interessano e finalmente possono arrivare i tanto sperati riconoscimenti per il lavoro di insegnante. Peccato sia solo l'ennesimo pasticcio: Mr. Zhu è costretto a ritirarsi, scatenando però l'affetto celato nel cuore degli allievi.
Un film tenero, primo lungometraggio scritto e diretto da Song Haolin, che lascia gli spettatori di buon umore, proprio come Zhu attorniato dai suoi affezionati, anche se disobbedienti, ragazzi.
L'emozionato Song Haolin, regista di Mr. Zhu's summer
 Al termine della proiezione il regista Song Haolin si è commosso davanti ad una cascata di applausi.



Bluebeard di Lee Soo-youn, Corea del Sud
Bluebeard













Thriller con protagonista il tranquillo medico Seung-hoon, trasferitosi in una piccola cittadina dopo il divorzio. Sotto il suo modesto appartamento gli ambigui proprietari di casa, padre e figlio, lavorano nella macelleria del quartiere. Il primo si reca dal protagonista per una colonscopia: durante l'anestesia pronuncia alcune parole, riferendosi a pezzi di corpo umano nascosti per la città... tranne la testa, quella è nel frezeer. La gentilezza e l'invadenza del padrone di casa più giovane si trasforma in inquietante presenza. Dal fiume intanto riafforano pezzi di corpo.
Lee Soo-youn, regista di Bluebeard
 Il film è firmato dalla regista Le Soo-youn, presente in sala, celebre per il film d'esordio The Uninvited considerato uno dei film più paurosi in Corea.
Il film svela a poco a poco le agghiaccianti verità, i vari pezzi del puzzle vengono a galla, proprio come i resti delle vittime.

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