Luca Guadagnino: è lui l’uomo del momento del cinema
italiano. Complice il successo ottenuto ai Golden Globes, ed ora la trepidante
attesa per le 4 candidature all'Oscar, ricevute per “Chiamami con il tuo nome”,
sua ultima fatica.
Ma vorrei fare un passo indietro, concentrandomi sul titolo
che l’ha visto affacciarsi sul panorama internazionale: “A bigger splash” è il
suo quarto lungometraggio, uscito nelle sale nel 2015. Venne presentato a
Venezia dove ottenne solo fischi, salvo poi godere di ampio consenso
all'estero; vecchia storia, viene da dire...davvero difficile venir riconosciuto come profeta in una patria come l'Italia.
Ricalca il soggetto de “La piscina”, celebre pellicola del
1969 di Jacques Deray, immortale interpretazione di Alain Delon accompagnato da
Romy Scheneider e Jane Birkin.
Guadagnino ne ripropone l’intreccio, con un cast all'altezza: Tilda Swinton (che già aveva lavorato con in regista nel 2009 in
“Io sono l’amore”) è Marianne, rock star in convalescenza da un intervento alle
corde vocali che sta trascorrendo le vacanze con il fragile fotografo Paul,
Mathias Schoenaerts, i due passano le loro giornate assorti in un irreale silenzio, ospiti di una villa a
Pantelleria, che ovviamente non manca di godere del lusso di una piscina. Il
silenzioso idillio dei protagonisti viene sconvolto dall'improvviso arrivo dell’istrionico
Harry, produttore ed ex fidanzato di Marianne, interpretato da Ralph Fiennes
che porta con sé la troppo giovane Penelope, figlia che ha da poco scoperto di
avere, che ha il volto di Dakota Johnson.
Da qui vi è un cambio radicale di ritmo nella storia: Harry
innesca una serie di eventi con l’unico scopo di riavere la donna mai
dimenticata, compagna di una vita fatta di eccessi e successi che Harry cerca affannosamente di far tornare alla mente di Marianne e che parallelamente fanno
affiorare in Paul i vecchi demoni della depressione e dell’alcolismo. Intanto
anche la lolita Penn trama nell'ombra per approfittare del tormento del
fotografo, assecondando le sue tendenze autodistruttive.
Le patinate vite dei protagonisti vengono mescolate alla
realtà di Pantelleria, fatta di lente ed immortali consuetudini come la
processione del Santo, la festa in piazza, la ricotta fatta in casa.
Ma ciò che conta davvero accade lì, a bordo piscina, testimone di
scatenati balli, dolorosi rimpianti e sottili competizioni, ma soprattutto di
un desiderio cocente come il sole che illumina costantemente l’isola. Come già
succedeva a Benjamin ne “Il Laureato” i pensieri dei protagonisti galleggiano
sospesi sulla piatta acqua, smaniosi di vedersi realizzare a qualunque costo.
Proprio la piscina sarà teatro del dramma della gelosia destinato a compiersi sin dal primo fotogramma: Paul cede all'alcool dopo aver scorto i segni del probabile tradimento di Marianne, si scaglia su Harry che battaglia con il rivale, ma finisce poi sconfitto sul fondo della vasca.
Proprio la piscina sarà teatro del dramma della gelosia destinato a compiersi sin dal primo fotogramma: Paul cede all'alcool dopo aver scorto i segni del probabile tradimento di Marianne, si scaglia su Harry che battaglia con il rivale, ma finisce poi sconfitto sul fondo della vasca.
L’uscita di scena di Harry, l'elemento di rottura, pone fine ai
conflitti, ripristinando il menzognero equilibrio nelle vite di coloro che sono rimasti.
Cala il silenzio, protagonista ombra della pellicola.
È il silenzio la via che scelgono i sopravvissuti a questa vacanza maledetta, è la chiave che ognuno decide di usare per andare avanti nelle proprie vite: per
i due amanti Marianne e Paul assume il significa di ritorno a quel’ovattato
stato di grazia iniziale distante e protetto dal resto del mondo, per Penn
invece il rientro in America è una fuga lontano da tutte le bugie dette e da quel
(forse?) padre semi-sconosciuto.
La colpa di Paul da subito evidente per
Marianne e Penelope, non lo è altrettanto agli occhi dei Carabinieri, il cui
maresciallo è interpretato da Corrado Guzzanti, che conducono una goffa
indagine dai toni forse un po’ troppo macchiettistici per un film che per la
restante parte della trama si era reso capace di dosare bene il glamour
internazionale con il sapore verace dell’isola mediterranea.
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