sabato 13 maggio 2017

The Neon Demon, quando la bellezza è horror


Film diretto da Nicolas Winding Refn, diventato celebre per il film Drive, con Ryan Gosling.
Per arrivare a The Neon Demon il regista non passa solamente attraverso le sue esperienze cinematografiche: lavorando a vari spot pubblicitari mette già in pratica ciò che vedremo nel film. In particolare gli spot realizzati per Gucci e Hennesse mostrano l'uso della luce e del colore sul corpo degli attori. Nel primo Blake Lively è fisicamente intrappolata in una scatola di vetro e specchi, circondata dalle luci della città; la vediamo poi sfilare davanti ad una macchina da presa, mostrandosi ai riflettori. Nel secondo spot non c'è un vero protagonista, i corpi e i volti diventano oggetti, tela inerme su cui dipingere.
Il film racchiude in se tutti questi elementi, seguendo le vicende dell'aspirante modella Jesse (Elle Fanning), appena trasferitasi a Los Angeles.
Quello che sembrerebbe un percorso pieno di ostacoli si trasforma in un susseguirsi di successi: senza sforzo la protagonista incanta tutti, gli sguardi si concentrano sul suo volto puro e perfetto. Jesse ha un'ingenuità ambigua, da alcune espressioni sembra sappia esattamente ciò che le accade intorno, come se fosse lei stessa a muovere le fila con il suo potere incantatore, incarnazione di un essere al di sopra degli uomini e delle donne comuni.
La volontà di Refn non è certo quella di descrivere in modo realistico il mondo della moda, si concentra invece sulle emozioni che suscitano i colori accesi e i suoni del sintetizzatore - da notare la colonna sonora azzeccata di Cliff Martinez (Drive, Solo Dio perdona) - mostrandoci il sentimento di alienazione che le giovani ragazze provano.
Grazie all'incontro con le altre modelle Jesse viene condotta prepotentemente in questo mondo, una sorta di paese delle (apparenti) meraviglie, pieno di colore e luci psichedeliche. La svolta avviene nella scena della prima sfilata in cui la ragazza bacia la sua immagine riflessa, richiamo chiaro al mito greco di Narciso, e proprio a questo punto sembra rendersi conto appieno della sua bellezza e del suo potere.
Con l'avanzare del film ci si sposta su un piano più astratto, sfociando nel finale che definirei a dir poco demoniaco. Gli sguardi insistenti delle colleghe modelle (dai corpi artificiali ritoccati chirurgicamente) sono in realtà frutto del desiderio vampiresco di cibarsi voracemente della giovinezza e della incantevole bellezza naturale della ragazza.
Quel che è certo è che il film non lascia indifferenti, oscillando fra l'attrazione per l'ammaliante fotografia e la repulsione di fronte a scene che diventano sempre più horror.


Titolo: The Neon Demon; Regia: Nicolas Winding Refn; Anno; 2016; Paese di produzione: Francia,USA, Danimarca; Produzione: Amazon Studios, Gaumont; Durata: 118 min.  




The Neon Demon, when beauty is horror


Movie directed by Nicolas Winding Refn, who has became famous for Drive, with Ryan Gosling.
To reach to The Neon Demon the director doesn't just get through his cinematic experiences: working at various commercials, he already puts into practice what we will see in the movie. In in particular the commercials made for Guccy and Hennesse show his use of lights and colours on the body of the actors. In the first case Blake Lively is physically trapped in a box made of glass and mirrors, she's surrounded by the city lights; then we see her parade in front of the camera, showing to the spotlights. In the second commercial there isn't a real character, the bodies and the faces became objects, helpless canvases on which to paint.
The movie encloses all these elements and it follows the events of the aspirant young model Jesse (Elle Fanning), just moved to Los Angeles. What seems a path full of obstacles turns in a series of successes: the protagonist with no effort enchants everyone, everyone's eyes are focused on her perfect and pure face. Jesse has an ambiguous naivety, infact from some expressions it seems that she knows exactly what's happening around her, as if she pulls some strings thanks to his magical charm: the incarnation of a being above common women and men.
The director's goal is not to describe in a realistic way the world of fashion, instead he focuses on emotions that the bright colours and the sounds of the synthesizer arouse – to notice the guessed soundtrack by Cliff Martinez (Drive, Only God forgives) – showing the feeling of alienation that girls experience.
Thanks to the meeting with other models Jesse is powerfully conducted in this world, a sort of (ostensible) Wonderland, full of colours and psychedelic lights. The turning point happens when the girl kisses her reflected image during the first fashion show, a clear reference to the myth of Narcissus, and right at this point Jesse seems to fully realize her beauty and her power. As the film goes on it becomes more abstract, reaching to the finale that I would call it demoniac. The insistent looks of the models (that have surgically retouched bodies) are actually signs of a vampire desire to feed themselves with the girl's beauty and youth.
The movie will surely impress you, swinging between the beauty of cinematography and repulsion for scenes that become more and more horror.

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