Lunedì 22 Gennaio è stato dato il varo a Britannia, la nuova serie tv co-prodotta da Sky e Amazon, che vuole prendere un posto di primo piano tra le proposte del genere Storico-Fantasy, seguendo la scia di successo di Vikings e Outlander e ovviamente del Trono di Spade.
I primi due episodi trasmessi da Sky introducono le vicende
ambientate nel 43 d.C. durante il secondo tentativo di invasione romana della
Britannia ad opera del Generale Aulo Plauzio, qui interpretato da David
Morrisey, già visto nel ruolo del Governatore in “The Walking Dead” che a
quanto pare si sente perfettamente a suo agio nei panni del cinico autorevole:
il suo Aulo Plauzio è ambizioso, affascinato dalla magia e dall’ignoto oltre
ogni ragionevole livello di autoconservazione; tutte caratteristiche che ci
fanno ben sperare per lo sviluppo del suo personaggio!
L’altra protagonista è Kerra, interpretata da Kelly Reilly (attrice
ben rodata, già vista nei due Sherlock Holmes, L’appartamento Spagnolo,
Orgoglio e Pregiudizio), figlia in totale contrasto con il padre Pellenor, Re
dei Cantiaci. Il suo è un personaggio partito un po’in sordina, solo nel
secondo episodio si fa cenno al passato tormentato di Kerra: è lei il pomo
della discordia che ha innescato il conflitto con l’altra potente tribù dei Regnensi,
comandati dalla Regina Artedia, che pur di annientare il nemico storico si
mostra disponibile a trattare con i Romani.
Un’altra parte fondamentale dello show è impersonata dal
gruppo dei Druidi, i primi a opporsi apertamente ai Romani, insidiando per
primo proprio Aulo Plauzio. La loro rappresentazione differisce molto
dall’iconografia tradizionale che riporta sempre alla mente uno dei tanti Mago
Merlino che si sono susseguiti nella storia cinematografica. Qui si sceglie una
via più gotica: questi druidi hanno molto da che spartire con i vampiri tanto
cari al mondo delle serie tv; per il loro pallido colorito, per gli occhi neri
e i denti aguzzi. Veran, il loro leader, ne è il massimo esempio. Sono i druidi
a tenere le fila dell’intera Britannia che vede in loro il diretto tramite con
il mondo degli Dei, concedendogli il potere di decide del destino di schiavi,
uomini liberi e regnanti.
Collegato ai Druidi vi è il personaggio di Divis, il druido
reietto a cui è affidata una story-line parallela che ha poco toccato le
vicende principali: è l’unico che ha previsto la catastrofica venuta dei Romani
tentando invano di lanciare un grido di allarme, rimasto inascoltato date le
sue peculiari caratteristiche: Divis è il folle, lo scacciato, l’indemoniato.
Incrocia il suo destino una ragazzina, che viene salvata dal druido durante il
suo rito di iniziazione a Beltane, interrotto dall'attacco romano che in un
lampo spazza via la sua intera famiglia. Il ruolo che lei avrà nello show per
adesso rimane ancora incerto.
Sullo sfondo delle numerose storie presentate in questi due
episodi si muovono diversi personaggi minori, tra cui spicca Amena
(interpretata da Annabel Scholey, Contessina nei “De Medici”…l’avete
riconosciuta anche voi?), scaltra moglie del fratello di Kerra, data in sposa
per volere dei druidi anche ad un altro valoroso guerriero appartenente ad una
tribù gallica per suggellarne l’alleanza. Nel secondo episodio si mostra un
“ragno tessitore” abile a farsi largo nei giochi di potere a suon di colpi
bassi.
Non posso fare a meno di notare il centurione Vespasiano: il
Don Pietro Savastano di “Gomorra”! A quanto accaduto nel secondo episodio
continueremo a compiangerlo anche qui… mi sembra davvero impossibile che un
attore delle bravura di Fortunato Cerlino venga impiegato solo per irrilevanti numero
di grugniti!
Ma la serie a mio parere ha ancora molte frecce al suo arco:
tanta carne sul fuoco per due sole puntate, ma Britannia mischia il passato del
popolo celtico radicato nella dimensione esoterica più antica (la cui
realizzazione trova largo spazio nello show) con il loro istinto guerriero in
piena rotta di collisione con l’imminente invasione romana, assetata di fama e
potere ad ogni prezzo. Un mix avvincente che mi ha personalmente convinto e
sembra aver convinto anche il pubblico: la prima assoluta della serie in Gran
Bretagna e Irlanda, che ha preceduto la messa in onda italiana solo di pochi
giorni, è il miglior risultato riscontrato da Sky dal 2015. L’emittente non ha
perso tempo ed ha già venduto i diritti ad altri network internazionali che la
trasmetteranno in ben 124 paesi. Se è vero che chi comincia è a metà
dell’opera…chissà cos'altro ci riserveranno gli altri 7 episodi!
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