venerdì 26 gennaio 2018

Britannia: l'inizio di una nuova era


Lunedì 22 Gennaio è stato dato il varo a Britannia, la nuova serie tv co-prodotta da Sky e Amazon, che vuole prendere un posto di primo piano tra le proposte del genere Storico-Fantasy, seguendo la scia di successo di Vikings e Outlander e ovviamente del Trono di Spade.
I primi due episodi trasmessi da Sky introducono le vicende ambientate nel 43 d.C. durante il secondo tentativo di invasione romana della Britannia ad opera del Generale Aulo Plauzio, qui interpretato da David Morrisey, già visto nel ruolo del Governatore in “The Walking Dead” che a quanto pare si sente perfettamente a suo agio nei panni del cinico autorevole: il suo Aulo Plauzio è ambizioso, affascinato dalla magia e dall’ignoto oltre ogni ragionevole livello di autoconservazione; tutte caratteristiche che ci fanno ben sperare per lo sviluppo del suo personaggio!
L’altra protagonista è Kerra, interpretata da Kelly Reilly (attrice ben rodata, già vista nei due Sherlock Holmes, L’appartamento Spagnolo, Orgoglio e Pregiudizio), figlia in totale contrasto con il padre Pellenor, Re dei Cantiaci. Il suo è un personaggio partito un po’in sordina, solo nel secondo episodio si fa cenno al passato tormentato di Kerra: è lei il pomo della discordia che ha innescato il conflitto con l’altra potente tribù dei Regnensi, comandati dalla Regina Artedia, che pur di annientare il nemico storico si mostra disponibile a trattare con i Romani.
Un’altra parte fondamentale dello show è impersonata dal gruppo dei Druidi, i primi a opporsi apertamente ai Romani, insidiando per primo proprio Aulo Plauzio. La loro rappresentazione differisce molto dall’iconografia tradizionale che riporta sempre alla mente uno dei tanti Mago Merlino che si sono susseguiti nella storia cinematografica. Qui si sceglie una via più gotica: questi druidi hanno molto da che spartire con i vampiri tanto cari al mondo delle serie tv; per il loro pallido colorito, per gli occhi neri e i denti aguzzi. Veran, il loro leader, ne è il massimo esempio. Sono i druidi a tenere le fila dell’intera Britannia che vede in loro il diretto tramite con il mondo degli Dei, concedendogli il potere di decide del destino di schiavi, uomini liberi e regnanti.
Collegato ai Druidi vi è il personaggio di Divis, il druido reietto a cui è affidata una story-line parallela che ha poco toccato le vicende principali: è l’unico che ha previsto la catastrofica venuta dei Romani tentando invano di lanciare un grido di allarme, rimasto inascoltato date le sue peculiari caratteristiche: Divis è il folle, lo scacciato, l’indemoniato. Incrocia il suo destino una ragazzina, che viene salvata dal druido durante il suo rito di iniziazione a Beltane, interrotto dall'attacco romano che in un lampo spazza via la sua intera famiglia. Il ruolo che lei avrà nello show per adesso rimane ancora incerto.
Sullo sfondo delle numerose storie presentate in questi due episodi si muovono diversi personaggi minori, tra cui spicca Amena (interpretata da Annabel Scholey, Contessina nei “De Medici”…l’avete riconosciuta anche voi?), scaltra moglie del fratello di Kerra, data in sposa per volere dei druidi anche ad un altro valoroso guerriero appartenente ad una tribù gallica per suggellarne l’alleanza. Nel secondo episodio si mostra un “ragno tessitore” abile a farsi largo nei giochi di potere a suon di colpi bassi.
Non posso fare a meno di notare il centurione Vespasiano: il Don Pietro Savastano di “Gomorra”! A quanto accaduto nel secondo episodio continueremo a compiangerlo anche qui… mi sembra davvero impossibile che un attore delle bravura di Fortunato Cerlino venga impiegato solo per irrilevanti numero di grugniti!

Ma la serie a mio parere ha ancora molte frecce al suo arco: tanta carne sul fuoco per due sole puntate, ma Britannia mischia il passato del popolo celtico radicato nella dimensione esoterica più antica (la cui realizzazione trova largo spazio nello show) con il loro istinto guerriero in piena rotta di collisione con l’imminente invasione romana, assetata di fama e potere ad ogni prezzo. Un mix avvincente che mi ha personalmente convinto e sembra aver convinto anche il pubblico: la prima assoluta della serie in Gran Bretagna e Irlanda, che ha preceduto la messa in onda italiana solo di pochi giorni, è il miglior risultato riscontrato da Sky dal 2015. L’emittente non ha perso tempo ed ha già venduto i diritti ad altri network internazionali che la trasmetteranno in ben 124 paesi. Se è vero che chi comincia è a metà dell’opera…chissà cos'altro ci riserveranno gli altri 7 episodi!


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