mercoledì 7 febbraio 2018

Chiamami col Tuo Nome


I fatti della nostra storia si svolgono “Da qualche parte in Nord Italia”; per un’estate un giovane dottorando americano, Oliver (Armie Hammer), sarà ospite del suo professore d’archeologia (Micheal Stuhlbarg) e la sua famiglia, la moglie (Amira Casar) e il figlio diciassettenne Elio (Timothée Chalamet)
Ho avuto bisogno di un po’ di tempo prima di mettere in ordine le idee dopo aver visto Chiamami col Tuo Nome.
Ho sintetizzato il mio sentire con il termine accettazione; l’accettazione del desiderio, dello scorrere del tempo e del dolore.
Elio accetta di provare un forte desiderio per Oliver, un giovane uomo, più grande. Questo film può essere definito un coming of age: un film sulla crescita perchè Elio sarà "vittima" di un crescendo di sentimenti sino a arrivare alla sessualità. (NO, non è uno spoiler, si capisce già dal trailer.)
Oliver e Elio sono consapevoli che ciò che li riguarda è a termine. Il bacio e il sesso sono arrivati perché la vacanza di Oliver è ormai giunta alla fine e deve ritornare negli Stati Uniti, e devono vivere il poco tempo che gli resta o tutto rimarrà solo un rimpianto.
Il papà di Elio (un personaggio bellissimo) gli sta vicino nei giorni dopo la partenza di Oliver e non tenta di consolarlo nel senso tradizionale del termine, cerca di dargli un consiglio "da psicologo" più che da padre "Right now, there's sorrow, pain. Don't kill it and with it the joy you've felt." cioè vivi il tuo dolore accettalo, non ucciderlo. 
Luca Guadagnino in un'intervista a Vincenzo Mollica ha definito Chiamami col tuo nome un film sull’empatia. 
Si, è un film sulle emozioni, sull'empatia, sulla capacità di sentire e vivere le emozioni.
Si, è proprio un grande film. Sensuale, sofferente e autentico!













P.S. I titoli di coda sono tra i più belli della storia del cinema.




Fonte di alcune foto Behind the clapboard

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